A questo punto, la F1 ufficializzata ieri consta di 8 squadre, tre iscritte dufficio che hanno già fatto sapere che la dichiarazione Fia è «erronea» in quanto tutti i team Fota sono inseriti con «riserva»; tre nuove squadre; e i due team che hanno cambiato idea. Nella lista sono compresi - però con asterisco ben evidenziato - anche gli altri squadroni della Fota (McLaren, Renault, Bmw, Toyota, BrawnGp), inseriti con la condizionale a patto che «entro il 19 giugno, venerdì prossimo, ritirino le riserve poste» scrive Mosley. E le riserve sono quelle note della Fota (firma del Patto della concordia e no al tetto ai costi, ndr). Estremo tentativo del boss Fia di spaccare il fronte, ma che difficilmente produrrà risultati.
Per questo la palla passerà, il 24 giugno, al Consiglio mondiale in programma a Parigi. Proprio allalta assemblea e al Senato Fia si sono tra laltro appellati i team Fota, chiedendo «una soluzione rapida», annunciando «altri incontri nei prossimi giorni» e contando sul contributo dei membri del consiglio «perché anche grazie al loro supporto si arrivi a dei risultati». Tradotto: qualcuno spinga Mosley a cambiare idea, please.
Se anche il 24, il capo Fia dovesse restare sulle proprie posizioni, il tempo per il dialogo sarebbe praticamente finito. Tanto più che ieri è intervenuta anche lassociazione dei Costruttori europei dauto, la Acea, che in un secco comunicato ha precisato che «la Fia necessita di un sistema di governance e di regole più moderno e trasparente, compresa la revisione della sua costituzione...». Tradotto: Mosley ha stancato, è ora che si cambi tutto. E poi: «Bmw, Ferrari, Mercedes, Renault e Toyota, oltre agli altri team, sono determinate a trovare unalternativa per praticare questo sport in modo chiaro e con regole certe...».
Ovvio che, di fronte a un altro no di Mosley, le strade percorribili sarebbero due: fermarsi un anno (improbabile), o organizzare il campionato alternativo.
BCLuc