Forse ha già un nome il cadavere fatto a pezzi

Dovrebbe essere un tossicomane della Comasina la cui scomparsa era stata denunciata dalla sorella

Potrebbe già avere un nome l’uomo ucciso e fatto a pezzi i cui resti sono stati trovati in quattro sacchetti neri, l’altro pomeriggio all’estrema periferia nord. Entro qualche giorno dovrebbero infatti arrivare i risultati dell’esame del Dna. Solo allora potrà trovare conferma l'ipotesi che il cadavere appartenga a una persona scomparsa, una ventina di giorni fa, e conosciuta come Nino.
Il ritrovamento è stato effettuato l’altro giorno verso le 18 da un passante che stava portando a spasso il cane, in un prato di via Teano alla Comasina e che ha notato i sacchi dai quali proveniva un odore nauseante. Qualcuno infatti aveva segato il corpo mettendo i pezzi in contenitori di plastica.
Dai primi riscontri, la vittima potrebbe un cinquantenne residente nella zona da tutti conosciuto per un passato da tossicodipendente e alcolizzato che spesso litigava nei bar del quartiere. Molti infatti gli indizi che lasciano immaginare come la vittima possa essere proprio Nino. Innanzitutto visto lo stato del cadavere, il delitto dovrebbe essere avvenuto una ventina di giorni fa. Un periodo che corrisponde con la presentazione di una denuncia di scomparsa fatta dalla sorella del tossicodipendente.
Gli investigatori inoltre hanno riscontrato sul corpo segni che potrebbero essere dei tatuaggi come quelli che aveva lo scomparso. Quanto alle cause del decesso, il medico legale ha trovato uno squarcio sul petto che potrebbe essere conseguenza di una coltellata. Solo l’autopsia potrà chiarire le cause del decesso, ma per effettuarla occorre informare i famigliari.

Per questo è stata disposta la comparazione tra il Dna della vittima e quello dei famigliari di Nino. Se gli esiti saranno positivi gli inquirenti potranno procedere con gli ulteriori accertamenti per tentare di venire a capo del «giallo».

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