In forte calo il deficit commerciale

Meno acquisti di petrolio, automobili e altri beni prodotti all’estero. Risultato? Un calo del deficit commerciale Usa in febbraio del 4,1%, ben superiore alle previsioni, a 65,74 miliardi di dollari, dai precedenti 68,59 miliardi di dollari (dato rivisto dai 68,51 miliardi di dollari della precedente rilevazione) che però ha avuto un impatto tutto sommato modesto sul mercato valutario, dove l’euro è rimasto poco sopra quota 1,21 dollari. Nel complesso, in febbraio le importazioni sono diminuite del 2,3% alla quota di 178,73 miliardi di dollari, dai 182,92 miliardi di dollari; mentre le esportazioni sono calate dell’1,2% a 112,99 miliardi di dollari, dai 114,33 miliardi di dollari di gennaio. Sulla riduzione del gap ha soprattutto influito il calo segnato dall’import cinese. In particolare, il disavanzo nei confronti della Cina è sceso ai minimi da un anno a questa parte, a 13,8 miliardi di dollari, vale a dire il livello più basso da marzo 2005, dai 17,9 miliardi di dollari registrati a gennaio. Un miglioramento che riflette la crescita dell’export Usa in Cina del 19,9% a 4,1 miliardi di dollari.

Nei primi due mesi del 2006 il deficit con la Cina ammonta a 31,8 miliardi di dollari contro i 29,1 miliardi del medesimo periodo dell’anno precedente. Proprio ieri l’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan è tornato a puntualizzare come uno yuan rivalutato ridurrebbe gli squilibri dell’economia globale.

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