Chi non crede a una giustizia terrena, dopo questa storia, forse, dovrà ricredersi. È mattina quando un giovane commerciante di Sarzana esce di casa. Camminando, vede un busta, in terra, pochi passi davanti a lui. Quasi ci inciampa prima di capire che si tratta di qualcosa di importante. La prende in mano, non deve nemmeno controllare se ha un destinatario, un francobollo, qualcosa che faccia capire a chi appartiene. La busta è aperta e gonfia. Di soldi.
Dentro, infatti, ci sono mille euro in contanti. Che cosa fare? «Restituiscili subito!» dice langelo sulla spalla destra. Il diavoletto, appoggiato a quella sinistra, comincia invece ad elencare: «La rata del mutuo, le bollette, la spesa al supermercato di domani, il fine settimana a Londra che sogni da un po di tempo...». I due iniziano a litigare, mentre il commerciante ha già deciso che cosa fare.
Porta con sè la busta, in ufficio. Vuole controllare che sia tutto in ordine, tanto ha già deciso quale sarà la mossa successiva: «Andrò dai vigili a restituire il denaro - pensa - Chi lha perso si farà vivo di certo, chissà chi è, un vecchio, un padre di famiglia, una pensionata. Ma».
La risposta arriva prima di quanto potesse immaginare. Apre la porta dellufficio e vede la segretaria consolare unanziana signora in lacrime. «La busta, la busta - ripete singhiozzando la nonnina, seduta sulla sedia rossa dei clienti - Ero venuta a pagare il conto, ma lho persa, mi deve credere, mi è caduta e non so dove, ho perso i mille euro che avevo messo da parte, lo giuro. E adesso come lo dico a mio marito?».
Qualcuno sa che la signora sta dicendo la verità. Al commerciante basta poco per controllare che la busta di cui parla la cliente sia proprio quella che ha appena trovato in terra. «Eccola, signora, ecco la sua busta con i mille euro. Stia tranquilla, lho trovata io, era sul marciapiede qui vicino, le credo».
La scena è di quelle che strappano lapplauso e magari qualche lacrima. Ma il «film» non è finito, anzi. Il finale, quello da far battere il cuore e luccicare gli occhi, arriva pochi minuti dopo.
Nellufficio, intanto, la signora ringrazia il commerciante. Un sospiro, e via. Si alza dalla sedia, arriva alla scrivania della signorina che laveva consolata e paga il conto. La giornata, per tutti, ha preso una piega diversa: la pensionata, alla fine, ha portato a termine la missione giornaliera nonostante limprevisto (il marito, a casa, potrà risparmiarsi il consueto «te lavevo detto di stare attenta ai soldi») e il giovane commerciante, non nuovo a gesti di solidarietà, ha fatto una buona azione. Perché allora non festeggiare con un caffè? «Vado a prenderlo io, per tutti, al bar. Aspettatemi qui, arrivo con il vassoio» dice alla segretarie.
«Tre caffè e tre brioche, Mario, dimmi quantè che te li pago subito». Il barista tarda un po. «Prendo un pacchetto di caramelle alla liquirizia, intanto. Dammi anche un Gratta e vinci, dai, che almeno faccio qualcosa prima che tuo padre si metta alla macchina da caffè».
Il commerciante gratta.
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