Altri due rappresentanti di Forza Italia nel Lazio cambiano casacca. Sono Claudio Bucci, ex presidente della commissione Cultura al consiglio regionale del Lazio, non rieletto nellattuale legislatura, che si è dimesso da Forza Italia per aderire allo Sdi, e Salvatore Petracca, assessore ai Lavori pubblici del XVIII municipio, che lascia Fi per aderire allUdc, ma resta comunque allinterno della Cdl.
Bucci, sbarcando nel centrosinistra, critica il suo vecchio partito. Per lui Forza Italia, «dopo aver suscitato grande entusiasmo e consenso, non ha saputo definire il proprio progetto politico e organizzativo che avrebbe dovuto cambiare il Paese e il rapporto tra politica e cittadini». Il movimento di Berlusconi, prosegue Bucci, «dimostra anche dopo un esito elettorale negativo che avrebbe dovuto portare a unapprofondita autocritica, di non aver capacità di interpretare la realtà e le dinamiche sociali». Così lex presidente della Commissione cultura alla Pisana, evocati ancora una volta i «deficit genetici di Fi» e criticato il tentativo di «un rapido ritorno al proporzionale dovuto ad alchimie elettorali», sposa la causa dellUnione, naturalmente per «rappresentare e privilegiare i bisogni e le necessità delle categorie più deboli della popolazione».
Critico con gli azzurri anche Salvatore Petracca, che pure ferma il suo salto a metà, atterrando sul suolo centrista dellUdc: «Non mi riconosco più nel gruppo di Forza Italia - spiega lassessore del XVIII in una nota -. Troppe conflittualità interne e la mancanza di una programmazione politica stanno lacerando il partito. LUdc rappresenta in questo momento il gruppo più vicino ai valori e agli ideali che hanno contribuito alla mia formazione politica e che mostra particolare attenzione per i problemi della gente. Da oggi sono a disposizione dellUdc e dellintera Cdl.» E il travaso di uomini da Fi allUdc viene salutato con piacere dal capogruppo in Campidoglio del partito di Follini, Gianfranco Bafundi: «Fino a qualche mese fa - osserva - qualche cassandra aveva parlato di esodi dal nostro partito. È vero il contrario, come dimostrano diversi municipi.
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