FORZE IN CAMPO Gli enti hanno solo il 9% ma ci sono azionisti di Unicredit come Crt

Gli azionisti di minoranza di Mediobanca esterni al patto di sindacato «ballano» da soli. I fondi di investimento rappresentati da Assogestioni e le Fondazioni bancarie presenteranno liste separate per il rinnovo del consiglio di amministrazione. In palio il ventiduesimo posto disponibile per il board di Piazzetta Cuccia che sarà reso disponibile dall’uscente Marco Parlangeli, ex direttore generale di Fondazione Mps. Il termine per la pubblicazione delle candidature scade lunedì prossimo, 3 ottobre, ma le posizioni sono pressoché delineate. Guido Giubergia, numero uno di Ersel ed esponente del Comitato di corporate governance di Assogestioni, ieri ha confermato che l’associazione guidata da Marcello Messori, insieme agli istituzionali esteri, è «orientata a presentare una lista autonoma di candidati indipendenti per il cda e il collegio sindacale di Mediobanca». Nessun accordo in extremis con le Fondazioni: il nome proposto è quello dell’economista bocconiano ed editorialista del Corriere, Francesco Giavazzi. Sull’altro versante gli enti proporranno Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione Carisbo, azionista con il 2,48% della merchant bank milanese.
Entrambi i candidati sono autorevoli, ma ciò che conterà non è il curriculum bensì il numero dei voti in assemblea. Sulla carta non ci dovrebbe essere partita perché i fondi di investimento hanno in portafoglio oltre la metà del 59% circa del flottante di Mediobanca. E la possibilità per le Sgr di partecipare alle assemblee senza immobilizzare le azioni potrebbe rendere ancor più evidente questa prevalenza. Le Fondazioni attualmente possono contare su una quota vicina all’8,6-8,7% del capitale. Oltre a Bologna tra i soci figurano anche Fondazione Cariverona (3,4%), Crt (0,6%) e Cariparo (0,5%), mentre l’1,9% della Fondazione Mps, sebbene destinato alla vendita, sarà presente alla prossima assemblea. Ma gli enti di Torino e Verona sono azionisti di Unicredit, azionista di maggioranza relativa con l’8,7%, e leader del gruppo A del patto di sindacato e potrebbero volgere gli equilibri a loro favore.
Oggi, intanto, è in agenda un’ulteriore tappa di avvicinamento all’assemblea di fine ottobre. Scade il termine per la comunicazione delle disdette al patto di sindacato. Nessuna ulteriore comunicazione è giunta dopo quelle già note di Sal.Oppenheim, Commerzbank e Santander, rimpiazzate nell’accordo parasociale con il vincolo delle quote fuori patto di Groupama e con gli incrementi di Diego Della Valle, gruppo Gavio, Ennio Doris e Romano Minozzi.
La principale controllata di Mediobanca, le Assicurazioni Generali, sta intanto cercando di realizzare i propri piani di espansione estera. A breve dovrebbe essere definita la joint venture di bancassurance con la russa Vtb alla quale il Leone di Trieste parteciperà attraverso Generali-Ppf, l’alleanza con il gruppo ceco di Petr Kellner. Il gruppo guidato da Giovanni Perissinotto dovrebbe avere la maggioranza della nuova società che opererà nei rami vita e danni del mercato russo. A questo proposito è stata smentita una nuova indiscrezione proveniente da Praga circa un esercizio anticipato della put sul 49% - stimata in circa 2,5 miliardi di euro - in mano al finanziere boemo.

Un’opzione che nei mesi scorsi aveva creato non pochi malumori tra i soci della compagnia italiana, a partire da Vincent Bolloré che si astenne sul bilancio. La questione sarà risolta alla naturale scadenza dell’accordo nel 2014 e non prima.

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