Immaginate Michael Jackson solo, a Londra, in una camera d'albergo. Legge il meglio della stampa internazionale, è abituato ad ogni genere di immagine glamour, sofisticata, fatta per stupire, ad ogni tipo di trattamento fotografico della propria immagine a beneficio dello show business. «Jacko» è alla ricerca di un'emozione, da riprodurre sulla cover del suo prossimo album. E quell'emozione arriva, dalla copertina del supplemento «Style» del «Sunday Times»: una modella avvolta da uno scialle indiano che sembra una corazza d'oro, una creazione di Jean Paul Gaultier immortalata da un giovane fotografo francese che è riuscito a trasformare una bellezza contemporanea androgina in una ieratica icona bizantina. E' l'11 aprile 1999 e Michael Jackson, l'icona globale del pop, ha appena scoperto Arno Bani e il suo stile inimitabile. E vuole assolutamente che sia l'autore della serie di scatti per la cover di Invincible, l'album che segnerà l'ingresso del cantante nel nuovo millennio.
Arno ha solo 23 anni ma le idee precise: bisogna tagliare i capelli a Jacko, corti come nessuno lo ha mai visto, creare un look nuovo per la star più impalpabile di tutti i tempi. Chiama un'equipe la cui età media è 25 anni, crea quattro scenari grandiosi, «Blue Eye», «Cappa d'oro», «Sfondo rosso», «Mano d'argento», e nel luglio del 1999 uno dei photo shoot meno noti e più straordinari della storia della comunicazione ha inizio. Ne risulta una serie di immagini intimista, struggente, in cui il «Bambi» dancer della musica mondiale viene colto nella sua essenza di solitario e vulnerabile eroe vestito di luce, mai usate per Invincible, purtroppo.
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