Le fragoline di Nemi: il profumo di Venere

Amore, bellezza, dolcezza e lacrime. In una parola, fragole. Secondo il mito, infatti, questi frutti nascerebbero dalle lacrime versate da Venere alla morte di Adone. Quando questi, durante una battuta di caccia, fu ferito a morte da un cinghiale inviato da Marte, il pianto della dea, toccando terra, fece nascere dei piccoli cuori rossi, le fragoline appunto. Il luogo di questa miracolosa nascita si perde ovviamente nel mito, ma per i romani la «città delle fragole» ha un nome ben preciso: Nemi. È da qui che provengono le tipiche fragoline che, in questa stagione, compaiono sui banchi di frutterie, mercati e sulle tavole dei migliori ristoranti capitolini. Uscendo dal mito, anche le tracce storiche della coltivazione si perdono nel tempo. Per avere delle prove bisogna aspettare l’Ottocento: in una incisione, Bartolomeo Pinelli raffigura il mercato delle fragole che si teneva a Roma il 13 giugno davanti al Pantheon e siccome all’epoca la frutta a Roma arrivava dai Castelli, è opinione comune che le fragoline raffigurate siano quelle di Nemi. La documentazione diventa certa nel 1922 con una delibera dell’amministrazione comunale riferita alla sagra delle fragole che, ancora oggi, ogni prima domenica di giugno, si tiene a Nemi. Oggi le fragoline puntano alla certificazione. «Abbiamo avviato l’iter per far sì che abbiano un marchio di qualità e tutela, con certificazione di denominazione di origine comunale - dice Alberto Bertucci, assessore all’Agricoltura del Comune di Nemi e titolare dell’azienda agrituristica Romano Bertucci (via dei Laghi 34; 069368081; Nemi) -. Intanto, i produttori locali usano un marchio ad hoc, non ufficiale, ma ormai noto nei mercati, che costituisce una garanzia, seppure minima, per chi acquista». Ma come si riconoscono le vere fragoline di Nemi da quelle di bosco? «La vera fragolina - prosegue Bertucci - ha una forma ellittica allungata, quasi a punta. È rifiorente e perenne. Ha un forte profumo ed è di colore rosso chiaro, con una sfumatura che si distingue facilmente appena le si mette a confronto con altre simili. Il sapore è molto forte: una sorta di fragola all’ennesima potenza, malgrado le dimensioni». A farle riconoscere contribuisce pure il prezzo. «Oscilla tra 18 e 20 euro in questa stagione, quando il clima consente di piantarle all’aperto. Può arrivare fino a 40 in pieno inverno, quando si coltivano in serra e la quantità si riduce». Per quanto tempo si possono conservare? «Al massimo un paio di giorni in frigo, altrimenti non si va oltre le 18 ore». Ottime da gustare al naturale, possono essere però condite in vario modo. «Le più richieste sono quelle con la panna - dice Emiliano Iorio, titolare con il padre del Bar delle Fragole (corso Vittorio Emanuele 7; 069368102; Nemi) - ma sono ottime anche con il gelato, dall’abbinamento classico con crema a quello con gelato allo yogurt bianco, o, per chi ama la frutta, limone e cocco. Mai con il gelato di fragole, ovviamente, per non coprirne il sapore. Bene con zucchero e maraschino o solo con qualche goccia di aceto balsamico, che ne esalta il sapore».
Qualche consiglio si può prendere pure dai ristoranti della zona. Allo Specchio di Diana (corso Vittorio Emanuele 13; 069368805) si possono gustare le fragoline alla Lord Byron, con gelato e Grand Marnier, alla D’Annunzio con prosecco, alla Colombo con Porto.

Spostandosi a Frascati, al Torchio si trovano in composta con biscotto sapido e ricotta romana (via Mameli 3; 069425520). L'appuntamento è da De Sanctis (via dei Laghi 4; 069368034; Nemi) per amanti di miele e confetture ad hoc, oltre al fragolino, liquore fatto proprio con le fragoline di Nemi. Dolci «souvenir» da portare a casa.

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