Frainteso lo spirito della polemica sulle pagelle

Caro Lussana, ho letto con interesse la diatriba sorta dalla questione dei voti attribuita da Paola Balsomni ai giocatori della Sampdoria, per la partita di con il Vitoria Setubal. Personalmente (sono tifoso della Samp) li ho trovati, come dire, un po’ entusiastici, ma si tratta di opinioni personali per cui vado oltre. Ho apprezzato meno (almeno lì per lì) la tua entrata a piedi uniti sull’articolo di Paola, ma tu sei il capo e te lo puoi permettere. Poi, domenica, la replica di Paola mi ha divertito per arguzia e soprattutto per averti ricordato senza peli sulla lingua le dolorose (almeno per te) cantonate che fortunatamente (almeno per me e per gli altri tifosi della Samp) hai inanellato la scorsa stagione (mi devi dare atto che all’inizio della attuale stagione ti sei ampiamente cosparso il capo di cenere e questo ti fa grande onore). Il tutto mi sembrava chiaro, sincero, onesto ai limiti dell’autolesionismo (tuo), ma comunque nello spirito di chiarezza, trasparenza e «democraticità» che ispira l’attuale filibusta che conduci. Evidentemente tutto ciò così non è sembrato ai valorosi Zinola-Parodi che hanno scritto una lettera di censura «parasindacale» che mi fa pensare che non abbiano capito nulla dello spirito della polemica.

Pazienza? Fino ad un certo punto perchè dalla loro lettera che hai giustamente pubblicato, traspare il seguente consiglio: se tu direttore non gradisci qualche articolo che un tuo redattore scrive sul giornale, devi, nella clausura della redazione rampognarlo e magari farlo fuori in silenzio alla prima occasione. Sarà mica questa la correttezza e la ritualità che pretendono?

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