«Francesco era un ragazzo d’oro» Il sindaco: il paese è distrutto

Il parroco: «Educato con tutti e socievole». Il primo cittadino ha partecipato alle ricerche: «Era sfigurato»

da Barrafranca (Enna)

«Fatemelo vedere, vi prego, fatemelo vedere un’ultima volta. Devo guardarlo in faccia, capire cosa gli hanno fatto...». È un lamento straziante quello di Giuseppe Ferrera, il papà del piccolo Francesco, nel freddo canalone in cui, coperti da un lenzuolo, giacciono i poveri resti di suo figlio. Il lamento straziante di un padre che in un lampo si è visto strappare quello che aveva di più prezioso, il figlio più piccolo per il quale stravedeva. La famiglia, comprensibilmente, si è chiusa nel silenzio. Straziata mamma Anna, che non si dà pace anche per aver lasciato solo a casa il suo piccolo. E straziato anche il fratello, Angelo, che ieri sera uscendo dalla caserma dei carabinieri dove per tutto il pomeriggio si sono susseguiti gli interrogatori, ha chiesto ai cronisti di lasciarlo in pace. Solo uno zio della piccola vittima dice qualcosa, confermando gli ultimi movimenti di quel maledetto venerdì ricostruiti dai carabinieri.
A ricordare quel bambino vivace ma sostanzialmente tranquillo è il parroco del paese, don Alessandro Bernunzo, che venerdì aspettava Francesco in parrocchia per alcune iniziative in vista del Natale. «Francesco - sottolinea il sacerdote - non era un piccolo scapestrato, ma un ragazzino socievole ed educato. Quanto è successo è inspiegabile per noi che lo conoscevamo per il suo equilibrio e la sua intelligenza. Non riusciamo davvero a capire il perché di tanta atroce violenza, siamo davvero sconvolti». Sino ad un anno fa Francesco Ferrera frequentava più assiduamente la parrocchia, era anche iscritto all’Azione Cattolica. Poi però aveva lasciato, anche se in chiesa andava abitualmente, partecipando anche alle attività dell’oratorio. «Io - continua il parroco - non mi sono preoccupato, Francesco veniva a messa ogni domenica, era socievole, allegro, educato con le persone».
Sconvolto anche il sindaco di Barrafranca, Totò Marchì, uno dei primi ad arrivare nel luogo in cui sono stati trovati i resti del bambino. «Stavo partecipando alle ricerche - racconta il primo cittadino - assieme a centinaia di giovani, quando sono stato chiamato dagli uomini della protezione civile che avevano trovato il corpo. Sono rimasto senza parole quando ho visto i lineamenti sfigurati di Francesco. Quando l’hanno trovato aveva i pantaloni un po’ abbassati e la maglietta sollevata. Non ho avuto più il coraggio di guardarlo... È stato terribile, ho provato un senso di impotenza, e mi sono balenati in testa numerosi interrogativi. Questa è una comunità distrutta».


L’amministrazione comunale si è mobilitata, e ha deciso di realizzare un manifesto per invitare chi sa a parlare, a collaborare con gli investigatori. Ieri sera è stata organizzata una veglia di preghiera. I funerali di Francesco saranno celebrati dal vescovo di Piazza Armerina (Enna), Michele Pennisi.

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