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Ma Francia e Germania rassicurano: l’eurozona è solida

Francia e Germania fianco a fianco chiudono il Forum economico mondiale di Davos all’insegna dell’ottimismo: l’Europa ha imparato la lezione della crisi, e l’eurozona è più solida che mai.
Francia e Germania - ha spiegato Christine Lagarde, ministro delle Finanze francese - non ripeteranno l’errore del 2005, quando bloccarono i tentativi della Commissione Ue di infliggere loro una multa per deficit eccessivo in violazione del Patto di stabilità.
Insomma - prosegue Lagarde - «siamo determinati a portare avanti il lavoro che era stato lasciato incompiuto». E il suo collega tedesco Wolfgang Schaeuble assicura che «l’euro sarà stabile e non ci saranno grandi shock», ma «ridurre il deficit è una precondizione per la crescita sostenibile». E ancora, «trarremo le conseguenze» della crisi e «creeremo gli strumenti per difendere l’intera area euro». Da Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici, arriva poi la conferma che i leader europei lavorano per rafforzare il fondo salva-stati: «il nostro scopo è rinforzare l’effettiva capacità di prestito del Fondo e ampliare il suo utilizzo», dice al Wall Street Journal.
L’idea è portare a 440 miliardi, rispetto ai 250 attuali, la capacità effettiva del fondo, anche se l’accordo potrebbe non essere pronto per il vertice Ue del 4 febbraio.
Clima sereno, dunque, intaccato solo da alcuni scontri fra un centinaio di manifestanti e la polizia, che al lancio di bottiglie ha risposto con gli idranti. Ma le imponenti misure di sicurezza svizzere hanno consentito lo svolgimento indisturbato degli incontri. Primo fra tutti il confronto, a porte chiuse, dei banchieri europei con la Bce, il Fmi e le istituzioni di regolamentazione finanziaria. Un incontro in cui il presidente Trichet ha espresso «molta soddisfazione» per il lavoro fatto e ha parlato di un anno «sicuramente positivo».
Tema principale, le nuove regole: e l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni apre anche all’inclusione, fra i parametri, della liquidità degli istituti di credito. «Non sono contrario, se i mercati indicano che i precedenti stress test non erano del tutto affidabili allora rifacciamoli, togliamo ogni dubbio. Anche sulla liquidità».

In ogni caso, «le banche devono essere decisamente più vicine alla clientela, all’economia reale, devono comunicare meglio. È un discorso di trasparenza che è nell’interesse di tutti». E Ghizzoni ha fatto l’esempio dell’economia italiana in cui «le banche hanno un ruolo fondamentale», laddove in altri Paesi «hanno generato perdite».

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