«I magistrati? È gente che mi ferma per strada per chiedermi della carriera e delle medaglie». L’annosa idiosincrasia di Nicolas Sarkozy per la «casta» e la giustizia «irresponsabile» è pronta a riesplodere prepotentemente dopo le accuse lanciate da un magistrato a otto mesi dalle presidenziali già parecchio vivacizzate dal caso Dominique Strauss Kahn. Una testimone avrebbe raccontato di aver visto Nicolas Sarkozy in persona ricevere denaro contante dalla miliardaria, Liliane Bettencourt, alla vigilia del voto del 2007.
La bomba è contenuta nel libro «Sarko m’a tuer», «Sarko mi ha ucciso» (l’errore d’ortografia - tuer invece che tué - è intenzionale e rievoca una vecchia storia di cronaca giudiziaria che fece grande scalpore nella Francia degli anni Novanta). Firmato da due giornalisti del Monde, Fabrice Lhomme e Gérard Davet, il volume è un atto d’accusa senza precedenti sulle ingerenze nella vita pubblica francese di monsieur le president e il suo contenuto potrebbe riaprire il caso giudiziario che ha già infangato Sarkozy. Da ieri - da quando parte del suo contenuto è stato anticipato da Libération - la nuova nemica dell’Eliseo, una delle «vittime» della prepotenza di Sarkò, si chiama Isabelle Prévost-Desprez. È lei, ex giudice finanziario al tribunale di Parigi - la donna che ha istruito parte dell’Affaire Bettencourt, lo scandalo sulla frode fiscale e il finanziamento illecito della campagna elettorale di Sarkozy, e che ne è poi stata estromessa - a lanciare, con nuovi dettagli sulla vicenda, l’arma letale contro il capo dello Stato francese. «L’infermiera di Liliane Bettencourt - dice il magistrato - ha confidato al mio cancelliere dopo l’udienza con me: “Ho visto consegnare denaro contante a Sarkozy ma non posso dirlo sotto processo”».
La ragione del silenzio? «La paura di parlare di Sarkozy sotto interrogatorio». Un timore diffuso, spiega il giudice, e che l’ha «colpita» parecchio durante il suo lavoro, prima del nuovo incarico al tribunale di Nanterre, tanto quanto le pressioni ricevute quando si occupava del caso.
Eppure la nuova grande accusatrice di Sarkozy non convince del tutto nemmeno la leader socialista Martine Aubry. «Non capisco perché il giudice non abbia detto queste cose davanti al procuratore, ma so delle pressioni che ha subito e di cui si è tra l’altro lamentata» ha commentato la candidata alle primarie socialiste, chiedendo subito l’apertura di una nuova inchiesta. «È quello che dovrebbe succedere normalmente in un Paese in cui la giustizia è libera». Più duro invece l’altro candidato alle primarie socialiste, François Hollande: «Questo libro rivela che ci sarebbe all’Eliseo una cellula che con la polizia, con la giustizia, fa pressioni affinché alcune inchieste siano lanciate e altre insabbiate».
A destra si fa quadrato attorno al capo dello Stato, parecchio impegnato ieri negli affari esteri, dalla Libia all’Iran (il presidente ha addirittura annunciato un possibile «attacco preventivo» contro i siti nucleari iraniani) e c’è chi sospetta che il suo iperattivismo sulle questioni d’Oltremanica non fosse affatto casuale in una giornata parecchio convulsa per la politica interna. I vertici dell’Ump calcano sull’uscita «a orologeria» della denuncia, un dettaglio in grado di disinnescare «la bomba» e derubricare ad attacco politico la denuncia del giudice. Il segretario generale del partito, Jean-François Copé, definisce «bizzarro» il timing delle accuse «a qualche mese dalle elezioni» mentre l’Eliseo si premura a definirle «infondate, menzognere e scandalose».
Quel che è certo è che una nuova querelle politico giudiziaria infiamma la Francia proprio mentre il rientro di Dominique Strauss Kahn, anche lui travolto da uno scandalo giudiziario, è imminente e potrebbe riaprire la partita sul candidato socialista ideale per fronteggiare Sarkozy. A complicare la vicenda, la smentita arrivata a fine giornata dall’infermiera della Bettencourt: «Nell’audizione non ho mai parlato di consegna di bustarelle a Sarkozy, né ad altri.
Non ne ho parlato né al giudice né alla sua cancelliera». Poi però la conferma del clima pesante intorno al caso: «Ho ricevuto minacce di morte, mi hanno detto che se testimoniavo avrebbero ritrovato il mio corpo nella Senna».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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