Parigi - La crisi economica incombe anche in Francia. Per fronteggiarla il governo di François Fillon il 24 agosto scorso ha varato un "piano di austerità" che, tra le altre misure, prevede anche una tassa sulle bibite gassate. Oltre che per raggranellare un po' di soldi la tassa dovrebbe rafforzare, in qualche modo, la lotta contro l'obesità, tenuto anche conto che il peso medio dei francesi, dal 1997 al 2009, è aumentato di tre chili. Subito sono esplose le polemiche, com'era inevitabile. Ma c'è chi non si è limitato a protestare e, di punto in bianco, ha messo in atto una contromossa che, più che altro, ha il sapore della ripicca. La Coca Cola, infatti, principe delle bevande gassate, per manifestare il proprio risentimento contro la misura considerata punitiva, ha deciso di bloccare un importante investimento del valore di 17 milioni di euro. Soldi che sarebbero andati, nel 2012, allo stabilimento di Pennes-Mirabeau, nelle Bouches-du-Rhône, sud-est della Francia.
Sindacati in allarme Dalla multinazionale mettono le mani avanti chiarendo che l’investimento "non è stato annullato ma deve essere rivalutato nel contesto di incertezza creato dalla tassa". Ma sarà davvero così? La reazione della Cgt, il principale sindacato vicino alla sinistra, non si è fatta attendere: "Gli operai sono preoccupati perché sentono che questa cosa non è positiva per il futuro dello stabilimento. Ci fa paura", sottolinea il delegato Christian Locastro.
Lo scontro tra salute e libertà La Coca Cola chiarisce che lo stop all'investimento vuole essere solo una protesta simbolica contro una tassa che "sanziona la nostra impresa e stigmatizza i nostri prodotti". Aggiunge poi di non condividere assolutamente l'assimilazione delle bibite zuccherate-gassate ad altre categorie di prodotti, potenzialmente nocive alla salute, come le sigarette.
Quanti soldi fa incassare la tassa Oltre alla lotta contro l'obesità - con tutte le conseguenze legate al risparmio, nella spesa sanitaria - la tassa sulle bibite gassate, che entrerà in vigore nel 2012, porterà nelle casse dello Stato 120 milioni di euro. Il prezzo di ogni lattina aumenterà, in media, di un centesimo. Niente di drammatico, ma è il principio che conta. E una volta passato quel centesimo di aumento potrebbe, nel giro di poco, moltiplicarsi per 2-5-10...
Invece di un toccasana per la salute dei cittadini quello francese rischia di essere solo uno sterile provvedimento, profondamente illiberale. C'è da chiedersi cosa tasseranno dopo la Coca Cola? Patatine o pizza? Le scommesse sono aperte...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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