Francoforte e il Salone scaccia-crisi

Negli anni passati il mese di agosto, escluse rare eccezioni, è stato sempre un momento di riposo e ci si rilassava e preparava, accumulando rinnovate energie, per la ripresa autunnale. Quest’anno, contrariamente alle abitudini consolidate, e c’era da aspettarselo, il mese di agosto è stato intenso e caratterizzato da iniziative e contro iniziative che rendono ancora più problematico e debole il settore dell’auto, e soprattutto il mercato dell’auto.
La propensione all’acquisto di una nuova vettura negli ultimi tempi si è dimezzata e l’auto, anche nelle chiacchierate tra la gente, non ha più un ruolo definito e positivo, ma è vista con sospetto e in alcuni casi addirittura con distacco.
Tutto ciò è sorprendente, perché analizzando i progressi tecnici e gli enormi investimenti realizzati negli ultimi decenni per aumentare di molto la sicurezza, il comfort, e abbassare drasticamente i livelli di inquinamento atmosferico, quelli acustici, i consumi e così via, sarebbe da aspettarsi un riconoscimento pubblico di tutto ciò.
Ma forse le cause di questa disaffezione vanno analizzate al di fuori del prodotto auto in sé. Sicuramente il traffico, la mancanza di un’evoluzione adeguata dell’infrastruttura stradale, di parcheggi accessibili e diffusi, ma soprattutto gli aumenti a volte inspiegabili dei costi gestionali non dovuti tanto al prezzo di acquisto dell’auto, bensì al costo dei carburanti; e poi ci sono le numerose tasse, nonché le complicatissime polizze di assicurazione, dove per accedere a un rimborso si deve percorrere un sentiero accidentato, burocratico e complicato che aggiunge stress all’automobilista.
Vale la pena ricordare che il settore dell’auto è fondamentale non soltanto a livello italiano, ma a livello mondiale per lo sviluppo economico, e ci si aspetterebbe una strategia evolutiva che faccia giustizia ridando fiducia al consumatore. Ma tutto ciò finora non è accaduto.
Si è letto di un Testo unico che dovrebbe incentivare l’automobile elettrica; in alcuni casi quasi si raddoppierà l’Ipt; malgrado quello che si dice da parte dei petrolieri, i prezzi del carburante vanno sempre su e mai giù; l’aiuto all’auto elettrica concettualmente corretto, da un punto di vista economico è un pannicello caldo perché l'auto elettrica non è diffusa. È cara e forse soltanto per la fine di questo decennio potrà cominciare a rappresentare un fatto rilevante da un punto di vista industriale.


C’è da che essere preoccupati e scoraggiati. Non rimane che rimboccarsi le maniche come al solito per proteggere investimenti e posti di lavoro. Sperando, tuttavia, di non aver esaurito tutte le energie.
*Presidente Areté Methodos

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica