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Il fratello buono del vice di Hitler

Goering era un eroe di guerra, un asso dell’aviazione tedesca come il Barone rosso. Camicia bruna della prima ora aveva creato la Gestapo e costruito pezzo per pezzo la fortuna di Hitler. Era il vice Führer, era pronto a tradirlo solo per prenderne il posto. Goering però era anche un uomo buono, un po’ triste, che non sopportava le ingiustizie e odiava le divise, adorato dagli ebrei, per proteggere i quali era disposto a rischiare la vita. Goering e Goering, Hermann e Albert, il buono e il cattivo, Caino e Abele. Tutti sanno di Hermann, pochi sanno di Albert, fratello più giovane di sette anni con la vocazione per la regia cinematografica e l’indole ribelle. Amava il fratello ma odiava il nazismo. Di certo quel cognome portava fortuna e rovina. Dirigeva la Skoda automobilistica, in Cecoslovacchia, e la Gestapo lo guardava con sospetto. Solo l’intervento di Hermann in persona aveva evitato diverse volte che finisse dentro, per il disprezzo che mostrava pubblicamente per quelle divise. Era un intoccabile e a fin di bene ne approfittò. Albert diventò il salvatore delle vittime che Hermann creava. Migliaia di ebrei gli devono la vita, li aiutò a fuggire in tutti i modi, aprendo conti bancari, comprando le evasioni, firmando documenti falsi per i capi della resistenza ceca.

A guerra finita il suo nome diventò una persecuzione che gli costò carcere e miseria. Ma aveva una promessa da mantenere con Hermann: «Prenditi cura tu di mia moglie e di mia figlia». E quella fu l’unica volta che Albert obbedì...

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