(...) Antonio Cingari e la moglie Maria Bucceri, sono alcuni vicini di casa, di quell'appartamento a San Martino che è ancora al centro di un'intricata vicenda di raggiri e truffe di cui, come non bastasse, il fratello di Salvatore Cingari è stato vittima. Ma veniamo alle buone anime che si prendono cura della coppia il cui figlio, diciottenne, vive in una comunità. Parla P.M., 34 anni, che vive con i genitori nello stesso stabile dei Cingari e chiede l'anonimato «perché - spiega - nel quartiere a molti non piace che assistiamo una coppia indigente. Un giorno - racconta la donna - quest'uomo ormai anziano, che conoscevo di vista fin da piccola, ha bussato alla nostra porta chiedendo un pezzo di pane. Da allora non li abbiamo più lasciati soli». Da mesi P.M. e i genitori assistono come possono Antonio e Maria che ha 56 anni ed è invalida. E riferiscono delle condizioni di povertà della coppia che va avanti con le poche centinaia di euro delle due pensioni di invalidità. La giovane donna parla anche delle ultime traversie di Cingari: «Il 28 dicembre, mentre la moglie era andata a trovare il figlio, Antonio è caduto in bagno e si è fratturato il naso. Dal pronto soccorso, dopo le medicazioni, lhanno rimandato a casa. Due giorni dopo ha avuto una crisi nervosa. Lo abbiamo nuovamente portato all'ospedale San Martino. I medici lo hanno visitato ma hanno concluso che non aveva nulla di grave e lo hanno rimandato a casa raccomandando una visita psichiatrica. Lo specialista che lo segue, però, era in vacanza ed è tornato solo il 7 gennaio scorso. In questi giorni siamo stati io e i miei genitori ad accudire i Cingari».
E i servizi sociali del Comune? «Da Natale non abbiamo visto nessuno. Il medico passa ogni tanto, gli assistenti sociali anche. Una volta la settimana un addetto comunale porta la spesa. Gli hanno dato anche la social card del Governo, che però deve essere ancora caricata. Ad oggi l'unico riferimento per Antonio Cingari e sua moglie siamo noi. Non è facile e a volte è molto pesante» ammette P.M. Tra l'altro Antonio Cingari è stato anche preda di malintenzionati e truffatori. Uno di questi, Arturo Basile, 51 anni, impresario edile genovese, qualche mese fa è stato condannato a sei anni di carcere perché riconosciuto colpevole del reato di circonvenzione d'incapace. Secondo i giudici Basile con l'inganno ha sottratto a Cingari oltre 200 mila euro e anche la casa, l'appartamento di San Martino dove vive, vendendola ad una terza persona estranea al raggiro. Per fortuna tutto è venuto alla luce e Antonio e Maria possono ancora vivere nella loro casa in attesa che i loro legali chiariscano la faccenda. Intanto però una banca avrebbe bloccato la pensione di Cingari, circa 400 euro mensili, pare per recuperare soldi prestati al Basile e di cui, con l'inganno, Antonio era stato chiamato a fare da garante. «Ora restano solo i 200 euro mensili di Maria» dichiara P.M. L'avvocato Federico Figari, che ha difeso Cingari nel processo contro il Basile, è dubbioso: «Non ancora sentito il collega che rappresenta in sede civile Antonio Cingari, ma non credo che un Istituto di credito possa rivalersi su un pensionato invalido». In attesa di chiarimenti Franca Brignola ha deciso di agire: «La condizione di prostrazione di Antonio Cingari è una vergogna.
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