Freni per le moto: Brembo in India si allea con Bosch

Un investimento complessivo di 13 milioni di euro destinato al mercato locale e in prospettiva all’export in Asia

Paolo Stefanato

da Milano

Brembo e Bosch si alleano in India per produrre e vendere freni per motocicli. Entrambe le società producono sistemi frenanti, ma solo in alcuni segmenti sono concorrenti e già collaborano da tempo sul mercato indiano, dove la controllata di Bosch (80%), Kalyani Brakes, finora ha lavorato anche su licenza di Brembo. La joint-venture paritetica è stata costituita, appunto, tra la Kalyani (leader indiano nella produzione di componenti e sistemi frenanti convenzionali) e l’azienda condotta da Alberto Bombassei, che è anche vicepresidente della Confidustria. Nella nuova società, che avrà sede a Pune, Kalyani Brakes conferirà il proprio impianto di produzione di freni per motocicli, Brembo licenze e tecnologia e deterrà la leadership industriale. L’investimento totale dei due partner è di 13 milioni di euro. Il fatturato atteso per il primo anno di attività è di circa 20 milioni, e si prevede che raddoppierà nell’arco di quattro anni. I prodotti saranno inizialmente destinati al mercato indiano, successivamente saranno valutate le potenzialità di esportazione.
«Si tratta di un mercato da 7 milioni di motocicli all’anno, con una crescita del 20% all’anno; per ora una piccola parte monta freni a disco, ma su questa parte noi ora avremo il 60%» spiega Bombassei, il quale ricorda anche che «in India sono presenti le grandi marche mondiali di motocicli, da Honda, a Yamaha, a Suzuki, fino all’italiana Piaggio. Il nostro obiettivo è proprio quello di servire la clientela più qualificata». Anche gli altri Paesi asiatici vicini all’India registrano importanti progressi, ed è questo il bacino al quale la nuova società guarda per le future esportazioni. Cina compresa: i due stabilimenti cinesi di Brembo servono infatti il solo mercato auto.
L’investimento in India rende ancora più evidente la strategia di globalizzazione di Brembo, presente con stabilimenti in 11 Paesi, e che lo scorso anno ha fatturato 678 milioni. «Il peso dell’Italia è ancora fortemente maggioritario, circa il 70% della nostra produzione - spiega Bombassei -. Ma visto che di questa quota esportiamo il 70%, iniziative di diversa localizzazione degli impianti servono a razionalizzare la logistica, un costo che incide sulla competitività». Un esempio è lo stabilimento che sarà inaugurato tra un mese in Polonia, una fonderia destinata a integrarsi con le altre due fabbriche Brembo già presenti nel Paese per servire i mercati della Germania e dell’Est Europa.
Alla clientela tedesca punta anche il nuovo stabilimento in corso di costruzione a Nord di Pechino, che servirà gli insediamenti programmati sia da Mercedes che da Bmw, mentre la fabbrica già in funzione da sei anni (in joint-venture con lo stesso socio cinese della Fiat, Nac) serve la produzione Iveco e le linee della Palio. Nel nuovo insediamento, in esercizio tra un anno, Brembo sarà azionista al 100%.
Il gruppo Bosch ha recentemente incrementato la propria partecipazione in Kalyani Brakes dal 40% al 80%, assumendo la responsabilità industriale. Kalyani Brakes è il leader indiano nei sistemi frenanti convenzionali, con stabilimenti a Jalgaon, Pune e Manesar.

La società ha generato ricavi per 63 milioni di euro nell’esercizio 2004-2005, con circa 1800 addetti. Dal 1999 Brembo ha concesso in licenza a Kalyani Brakes il design di alcuni sistemi frenanti senza marchio per motociclette.

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