Torino - Il commissario tecnico della nazionale inglese Fabio Capello, ex allenatore della Juventus, è iscritto nel registro degli indagati alla procura di Torino per frode fiscale. Lo confermano fonti giudiziarie. L’apertura dell’indagine risale a circa un anno fa. L’inchiesta si riferisce a compensi che l’allenatore friulano ha incassato quando allenava la Roma e, in parte, la Juventus. Il tecnico di Pieris non avrebbe pagato il fisco su compensi, in particolare da sponsorizzazioni, dirottati su alcune società estere.
Capello sereno Fabio Capello, in collaborazione con i suoi legali, ha "tentato sempre di condurre con integrità i suoi affari" e ha assicurato oggi alla Football Association inglese di considerare "in ordine" le sue finanze e di non sentirsi "preoccupato" per l’indagine. "Comprendo che in Italia questo tipo di indagini fanno parte di un più ampio controllo sulle finanze di personaggi di alto profilo", scrive Capello in una nota pubblicata dal sito della federcalcio inglese. Un portavoce della Football Association si è accodato alla versione di Capello, riferendo di essere a conoscenza del fatto che in Italia "le autorità fiscali sono attualmente impegnate in una procedura che interessa personaggi di alto livello, in particolar modo sportivi".
Tranquillo il figlio Ma il figlio dell'allenatore, Pierfilippo Capello, ostenta tranquillità: "È una semplice indagine sulla sua posizione fiscale. Questo genere di attività investigativa in Italia riguarda molte altre persone famose con grandi flussi di denaro". Il figlio di Capello ha chiarito che la magistratura torinese vuole "capire come veniva pagato alla Juventus. Siamo molto fiduciosi e sereni, tutto si risolverà", ha aggiunto. Secondo la Bbc il figlio di Capello ha anche chiarito che l’indagine fiscale sul conto del ct dell’Inghilterra è scaturita dalla vicenda giudiziaria legata alla posizione della Juventus nello scandalo Calciopoli.
L'avvocato: "Normali operazioni commerciali" È l’avvocato Alberto Moro Visconti di Milano a seguire la parte penale dell’indagine, resa nota oggi, su una presunta evasione fiscale del ct della nazionale inglese Fabio Capello attraverso pagamenti "estero su estero. Si tratta di normali operazioni commerciali che non hanno avuto nessun ristorno fiscale - precisa l’avvocato - siamo sicuri che il tutto verrà chiarito al più presto". In merito alle indiscrezioni di stampa che parlerebbero anche di stipendi pagati in nero l’avvocato Moro Visconti è netto: "La storia degli stipendi in nero è completamente inventata".
Quanti sportivi nei guai per il fisco L’ultimo in ordine di tempo a finire sotto la scure del fisco prima di Capello era stato il 13 gennaio scorso l’ex sprinter Mario Cipollini che nonostante la residenza nel Principato di Monaco, è incappato nei controlli dell’Agenzia delle Entrate, come i motociclisti Rossi e Capirossi. I giudici tributari della commissione provinciale di Lucca lo hanno condannato a pagare le tasse su circa 1,6 milioni di redditi percepiti nel 1998 e nel 1999. Il conto, in base alle norme italiane, potrebbe così arrivare a 1,1 milioni tra tasse, sanzioni interessi.
La lista degli sportivi nel mirino del fisco è molto lunga: l’estate scorsa nella rete è finito il campione delle due ruote Valentino Rossi (con residenza a Londra) al quale il fisco italiano ha contestato 60 milioni di euro di imponibile non dichiarato negli anni 2000-2004.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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