«Non faremo la fine dell’Alitalia», assicura l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti. Ma il rischio è che, di questo passo, le Fs facciano una fine ancora peggiore. Magari deragliando sul binario morto dei libri in tribunale. Le perdite sono diventate ormai quasi incolmabili. E i risultati sulla qualità del servizio si vedono.
Volete la prova? Entrate oggi in una qualsiasi agenzia di viaggio e provate ad accaparrarvi, in previsione del periodo natalizio, un posto a sedere o una cuccetta a bordo di un’intercity o di un Eurostar diretto al Sud. Impossibile. Nel giro di 24 ore (ieri è infatti scattata l’ora X per le prenotazioni sui treni in partenza dal 9 dicembre in poi). Il motivo? l’azienda ferroviaria non ha ancora messo a punto l’orario invernale definitivo, in attesa di conoscere il «budget governativo» su cui potrà contare dall’inizio del prossimo. E i segnali sono tutt’altro che incoraggianti, principalmente per i convogli destinati ai pendolari: conti alla mano, quelli meno redditizi per Trenitalia e che, proprio in forza di questa «sofferenza remunerativa», vedranno cancellare in Finanziaria fondi per circa 350 milioni. Treni locali quindi ancora più penalizzati («prevediamo un 20% in meno», paventa Moretti) anche se, paradossalmente, il prezzo del biglietto aumenterà dal prossimo gennaio del 15-20%. Da parte sua il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, promette che «farà di tutto per scongiurare i tagli». Ma nessuno ci crede. Intanto le associazioni dei consumatori annunciano ricorsi: «Si tratta - secondo Ennio Lanutti dell’Adusbef - di ulteriori 50-60 euro annui di rincari in media in aggiunta a un’altra raffica di rincari ferroviari già scattati negli ultimi 12 mesi, tra questi le tariffe dei pendolari assieme alla soppressione di alcuni treni». «I cittadini - afferma Lannutti - non sono più disponibili a subire passivamente arbitrari saccheggi da parte di manager pubblici di lungo corso che si ricordano di gestire imprese solo quando devono effettuare i rincari. Non si comprende perché debbano essere le famiglie, specie quelle più deboli con pendolari a carico, a dover ripianare le perdite di una gestione allegra di una società pubblica, con manager che fanno appello a criteri di gestione privatistici solo quando devono battere cassa chiedendo le solite provvidenze allo Stato, quindi ai contribuenti beffati così due volte con le tasse ed i biglietti».
«Abbiamo sospeso l’aumento di ottobre - ha affermato Moretti in un’intervista al Sole-24 ore - perchè la Finanziaria di quest’anno deve segnare un passaggio delicato e fondamentale nella riorganizzazione dei rapporti tra Stato e Fs. Quindi abbiamo sospeso gli aumenti, ma dal 2008 si riparte.
Ache il commissario Ue Barrot rileva che i nostri prezzi sono fuori mercato rispetto alla media Ue». Moretti ha poi parlato dei risultati 2007, affermando che «sono migliori degli impegni assunti».Contento lui...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.