«Fu disastro ambientale» Maxi-risarcimento Edison

Per 50 anni l’Acna riversò veleni su un’area di 500mila mq a Limbiate

Colpevole di disastro ambientale. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che ha stabilito di risarcire 4 milioni e 800mila euro al Comune di Limbiate più altri 3 milioni e mezzo alla Regione Lombardia. A pagare sarà l’Edison, per i danni causati alla falda acquifera di Limbiate dall’Acna. Dal 1931 al 1983 l’azienda chimica di Cesano Maderno, divenuta tristemente famosa come la «fabbrica del cancro» tanto che dagli anni ‘70 decine di operai della ditta iniziarono a morire per tumore alla prostata, riversò in un’area di 500mila metri quadrati 100mila tonnellate di sostanze tossiche. Collanti, inchiostri, vernici e solventi inquinarono il terreno e lentamente penetrarono fino a 70 metri di profondità, avvelenando la falda acquifera di Limbiate con micidiale trielina. Un disastro ecologico, che il comune sta ancora pagando, nonostante le dighe antiveleni. Un monitoraggio in funzione almeno fino al 2015.
Quattordici anni dopo l’avvio del processo, il Tribunale ha riconosciuto il danno ambientale subito da Limbiate e dalla Regione, che nel 1994 avevano chiamato in causa l’allora Montedison per avvelenamento colposo di acque alimentari. Adesso la giustizia ha condannato l’Edison a sborsare in totale 8 milioni e 300mila euro. «Una sentenza storica – commenta Fernando Pepe, il legale che ha sostenuto le ragioni dei limbiatesi -. Per la prima volta in Italia un comune ha ottenuto un risarcimento e il riconoscimento economico dei danni ambientali subiti dal suo territorio».


Non nasconde la sua soddisfazione anche Antonio Romeo, sindaco di Limbiate: «È una sentenza che finalmente rende giustizia a tutti i cittadini». La replica di Edison: «Paghiamo per politiche aziendali sbagliate, attuate molti anni fa, che abbiamo ereditato e di cui non ci sentiamo direttamente responsabili».

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