In fuga sulla motrice: distrutte sei auto

Avrebbe potuto anche provocare dei feriti (se non peggio) il furto di una motrice di un tir da parte di alcuni nomadi, che hanno poi dato vita a un lungo inseguimento con i carabinieri passando con il semaforo rosso agli incroci e danneggiando cinque o sei auto in sosta lungo la strada.
È accaduto ieri in città, poco dopo le 7.30, di fronte a molti esterrefatti automobilisti che hanno visto sfrecciare, in mezzo al traffico, la grossa motrice inseguita dalle gazzelle dei carabinieri e da pattuglie di polizia e vigili. Il mezzo era stato rubato poco prima a Mazzo di Rho (Milano) e ha percorso una decina di chilometri in direzione sud fermandosi poi alla Bovisa, davanti al campo nomadi di via Negrotto.
Dalla motrice sono scesi due o tre uomini, che sono entrati nell’insediamento e sono come spariti nel nulla. nonostante un controllo nell’insediamento, però, i fuggitivi non sono stati individuati.
«Anche per episodi come questo - ha commentato il vice Sindaco, Riccardo De Corato - entreranno in azione a breve cinque telecamere wireless al di fuori del campo di via Negrotto. Così come accadrà ad ottobre per altri 3 campi autorizzati: Idro, Martirano e Chiesa Rossa, dove attiveremo quindici occhi elettronici (cinque per ogni area).
Intanto sempre ieri mattina la polizia municipale ha smantellato una baraccopoli, con una presenza stimata di circa 20 persone, in un’area privata alle spalle del carcere di Bollate, in via Cristina di Belgioioso.
Gli agenti hanno rinvenuto sul posto 7 baracche, i nomadi si erano già allontanati tutti. L’area è stata ripulita dagli operatori dell’Amsa.
«Proseguiamo con la linea di rigore per riportare decoro ma soprattutto legalità sul territorio: quello di ieri (oggi per chi legge) è stato l’intervento numero 344 dal 2007 ad oggi - ha precisato De Corato -. Non dimentichiamo, infatti, che durante le operazioni di sgombero ci sono stati anche 536 fermi, tra arresti e denunce, e sono partite 40 richieste di allontanamento dal territorio nazionale per cittadini comunitari con precedenti e recidivi».


«Nei prossimi giorni, intensificheremo gli interventi per lanciare un messaggio oltre confine e scoraggiare nuovi ingressi di abusivi dalla Romania. Perché non c’è accoglienza per chi entra in Italia per vivere sulle spalle della comunità, magari tirando avanti con furti, accattonaggio e altri reati, e occupando il territorio con tende e baracche».

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