Fulmini d’artista secondo Garutti

Questa volta basterà affacciarsi da una delle cinque finestre del MAXXI su via Guido Reni per vedere il lavoro di un artista contemporaneo. Il museo infatti non è finito, ma i lavori sono praticamente ultimati, eppure già apre le sue porte all’arte, anzi a uno dei più interessanti protagonisti dell’arte italiana, Alberto Garutti. L’artista ha realizzato per questa occasione un lavoro site specific, che possa vedersi dall’esterno a qualsiasi ora del giorno. Più che di opera d’arte dovremmo parlare di un esperimento, di una contaminazione tra arte e scienza. All’interno di questa grande sala infatti l’artista ha predisposto duecento lampade alogene, montate su treppiedi metallici. Le lampade non saranno sempre accese, e il loro funzionamento non dipenderà dall’artista. Garutti infatti, seguendo da sempre l’idea di un’arte universale, ha predisposto un singolare marchingegno, valendosi dell’indispensabile contributo del Centro elettrotecnico sperimentale italiano (Cesi), che accenderà improvvisamente tutte le lampade ogni volta che in Italia cadrà un fulmine. I visitatori che saranno fortunati a trovarsi nel posto giusto al momento giusto potranno così godere di questa improvvisa illuminazione. Un’opera d’arte rivolta al grande pubblico, al passante casuale, all’addetto ai lavori. Fondamentale per la comprensione della mostra una grande didascalia che verrà messa lungo tutto il perimetro del cantiere del MAXXI.

L’artista infatti ha realizzato questo lavoro non per dare vita a un evento sensazionale, ma per rendere palese il rapporto stretto tra natura e arte. Ma è alla luce che Garutti designa il ruolo fondamentale, «penso alla luce di Caravaggio, lo spettacolo celeste di Andrea Pozzo, il sogno della pittura di Roma barocca». Da oggi al 17 maggio.

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