Fumatore a 12 anni: ma il vizio della bionda costa caro al tabaccaio

MilanoNella pubblicità-progresso contro il fumo del ministero della Salute, Renato, il comico, si rivolge a chi lo guarda e domanda: «Vuoi farti un regalo di Natale? Smetti di fumare! Tataan». Ecco, la mamma-coraggio di Giulianova Marche potrebbe aver riflettuto sul messaggio lanciato dai cartelloni diffusi in tutta Italia prima di realizzare che forse, non cominciare a fumare è meglio di smettere. Così è corsa ai ripari e ha bloccato sul nascere il vizietto di suo figlio. Un dodicenne che aveva già preso gusto per la sigaretta.
Gli amichetti più grandi, la scuola media che fa sembrare più grandi. E può capitare che dei bambinetti facciano un tiro o due di una bionda. Ma non più di così. Invece, la mamma quarantacinquenne ha capito che il figlio faceva di più: si fumava già interi pacchetti. E le conseguenze «si sentivano». In bagno, innanzitutto. Dove aleggiava un puzzo di fumo incredibile dopo le soste del ragazzino. E a tavola. L’adolescente, infatti, aveva perso l’appetito e neppure dormiva. Alla sua età, già l’insonnia! Troppo per una madre che ama il suo bambino. Così, ha cercato di scoprire dove il ragazzino si procurasse tante sigarette. I tabaccai ci sono apposta, suggerirà qualcuno. Certo, peccato che la legge vieta loro di venderle ai minori sotto i 16 anni. E in caso di dubbio sull’età dell’acquirente, possono verificarla sulla carta d’identità. Ma il divieto viene praticamente disatteso almeno da un esercente su due. Anzi, per essere precisi, secondo un recente sondaggio, al Nord il 68% dei tabaccai non chiede mai l’età e al Sud la percentuale sale addirittura all’83% . Ma nella storia che raccontiamo le cose sono andate a finire male per il rivenditore di sigarette, che, probabilmente, è stato il primo tabaccaio italiano denunciato a piede libero per «vendita di tabacco a un minore di 16 anni», un reato penale corredato a relativa sanzione amministrativa. Il tabaccaio di Giulianova, infatti, è stato incastrato grazie alla madre che ha pedinato il figlio. Il ragazzino, prima di andare a scuola si è fermato in negozio per comprarsi il canonico pacchetto di sigarette. La donna ha aspettato che il figlio uscisse dalla tabaccheria e poi lo ha bloccato con «l’arma del delitto» in mano.
Immediata la reazione indignata della madre che ha chiesto spiegazioni al tabaccaio. Questo è caduto dalle nuvole e ha replicato con una frase poco convincente: «Mica posso chiedere i documenti a tutti i ragazzini che entrano!». Sì invece, visto che la legge ha stabilito questo divieto, così come quello per la vendita degli alcolici, non per creare problemi al gestore ma per tutelare la salute dei minori. Ma l’uomo, con la sua difesa poco convincente, ha toccato il tasto sbagliato. La donna, che si era documentata sulla legge, ha reagito e lui ha replicato sostenendo che suo figlio le sigarette non le aveva comprate nel suo negozio. Bugia smontata come un giocatolo rotto. La donna se n’è andata dal negozio ed è tornata poco dopo con i carabinieri. I militari dell’Arma hanno ascoltato le deboli difese del titolare che ancora una volta ha declinato ogni responsabilità per la vendita. Ma l’uomo non ha fatto i conti con le sue telecamere di sorveglianza, oggettive, non bugiarde.

Il nastro, infatti, aveva registrato perfettamente la vendita del pacchetto di sigarette avvenuta poco prima e dunque la versione della donna è stata confermata in pieno. Per il tabaccaio è scattata la denuncia a piede libero e una sanzione amministrativa che verrà quantificata dai Monopoli di Stato di Ancona.

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