Fumavano come turchi

La Turchia ormai è in Europa, è arrivata in quell’Occidente dove hanno vietato il fumo anche in intere città, nelle proprie case, nella propria auto. È giunta in quella civiltà che nei profumi, frattanto, ha cominciato a nutrire le stesse ossessioni maturate sin dagli anni Sessanta contro il fumo. In Canada e in alcune città degli Usa, dove tutti gli odori sono associati a batteri e a sostanze inquinanti, profumi & deodoranti & dopobarba & collutori sono stati vietati in tutte le scuole, fabbriche, uffici e mezzi pubblici. I medici additano anche gli incensi e le candele delle chiese, mentre sono stati chiusi panifici e tostature di caffè. A Shutesbury, nel Massachusetts, l’aula comunale è divisa tra chi si profuma, chi non si profuma e chi si è profumato di recente. Canada e Usa sono all’avanguardia in tutte le fobie e nei divieti che poi giungono in differita anche da noi: ma circa i profumi, nella zona del Napoletano, ci sarà da divertirsi. E rieccoci alla Turchia, che nei giorni scorsi ha vietato il fumo anche nei luoghi aperti (stadi, giardini) e a tutti i minorenni.

Le salette fumatori saranno proibite, e il ministero turco della Sanità ha anche chiesto di vietare le sigarette elettroniche alla nicotina, che non bruciano né contengono sostanze cancerogene. Un caro, asettico benvenuto.

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