Fuoco amico Lite fra arancioni, Siri spara su Pellerano: «È stanco, e dopo un po’ va via»

È guerra aperta, ormai, fra Aldo Siri e Lorenzo Pellerano, che pure sono colleghi di gruppo - gli arancioni della Lista Biasotti - in consiglio regionale e nel parlamentino del Municipio Centro Est.
In particolare, Siri lamenta le ripetute assenze del compagno di banco dall’aula, che lo costringerebbero a sobbarcarsi la maggior parte del lavoro e delle responsabilità attinenti all’incarico nell’assemblea legislativa di via Fieschi.
Dopo le prime schermaglie verbali, i sussurri e le grida (di dolore), i richiami ufficiosi e le battute al vetriolo dietro (e davanti) le quinte, la tensione fra i due è diventata palpabile.
Ma altrettanto velocemente corrono le smentite, fatte apposta, sembra, per raffreddare i bollori. Fino, sia chiaro, alla prossima puntata. Dove sta, allora, la verità? A che punto sono i lanci di frecce avvelenate, e gli spari di fuoco amico?
L’unica maniera, non ce ne sono altre, di capire come stanno letteralmente le cose è rifarsi alle dichiarazioni ufficiali riportate nel verbale originale della seduta. La seduta in cui Siri fa riferimento a Pellerano in termini non proprio entusiastici.
Detto fatto. Ecco il resoconto stenografico. Parla Siri: «Signor presidente, signori consiglieri... mi spiace solo e soltanto vedere che la Lega forse oggi è a Milano per il trasferimento dei ministeri o quant’altro e quindi non è qui. Come notoriamente il mio giovane consigliere di gruppo è sempre stanco e dopo un po’ va via...». Ancora: «... la Lista Biasotti, ovviamente solo nella mia persona perché l’altro consigliere ha cose più importanti da fare, voterà favorevolmente e in maniera convinta questo ordine del giorno...».


Ce n’è abbastanza per capire che, a volte, succede che non si vada perfettamente d’accordo anche se si veste la stessa casacca. Arancione, ma anche azzurra, rossa, verde, biancofiore...
È proprio vero: in politica se ne vedono di tutti i colori. Anche se non sempre l’effetto è scenografico.

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