Fuori dal carcere la gioia della madre Però Stefano rimane indagato

Stefano Gugliotta, il giovane di 25 anni aggredito e arrestato la sera del 5 maggio, al termine della finale di Coppa Italia Inter-Roma, è tornato libero. Poco prima delle 19.30 di ieri si sono aperte per lui le porte del carcere romano di Regina Coeli. «Sono felice», ha detto il giovane, appena saputo che sarebbe stato liberato.
«È stato vittima di un atto arbitrario»: così la Procura di Roma ha motivato la richiesta per la sua scarcerazione. Un atto arbitrario compiuto da un agente di polizia che, come mostrano le immagini riprese da un testimone, ha colpito il giovane con un pugno in faccia.
Gli inquirenti, nel motivare la richiesta al Gip, Aldo Morgigni, hanno fatto riferimento all’articolo 393-bis del codice penale. In base alla norma, in sostanza, un soggetto non è punibile del reato di oltraggio a pubblico ufficiale quando quest’ultimo «abbia ecceduto con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni». Il gip ha accolto la richiesta firmando il provvedimento di scarcerazione pur ribadendo la sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. In base a quanto si apprende, il giovane avrebbe colpito con dei calci alcuni agenti per tentare di fuggire. Da ieri, intanto, è iscritto nel registro degli indagati l’agente che ha sferrato il pugno al giovane. Si tratta, in base a quanto si apprende, di un poliziotto esperto, che da oltre 15 anni presta servizio nel Reparto Mobile.
Per tutta la giornata all’esterno del carcere di Regina Coeli, i genitori di Stefano hanno atteso novità dalla Procura. In mattinata la madre era riuscita a incontrare il giovane che gli aveva annunciato le intenzioni di iniziare uno sciopero della fame. «Stefano è nervoso - ha detto la donna ai molti cronisti presenti in via della Lungara -. Non sa cosa sta succedendo, è confuso e molto, molto provato».

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha annunciato che «qualora venissero accertate responsabilità penali nei confronti di uno o più appartenenti alle forze dell’ordine il ministero dell’Interno si costituirà parte civile».

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