Fuori D’Erme: «Cannibalizzato dai partiti»

Non tutti sorridono a sinistra. Tra gli sconfitti della tornata elettorale c’è sicuramente Nunzio D’Erme, leader dei Disobbedienti e consigliere uscente. La scelta di formare una lista che raccogliesse i movimenti di base dell’area No global, «Roma Arcobaleno», lontana dalla logica dei partiti tradizionali, non ha pagato. Con 8.446 voti ottenuti e lo 0,6 per cento «Roma Arcobaleno» è rimasta lontana dal quorum e non avrà rappresentanti in Campidoglio.
E lo sconfitto numero uno è proprio D’Erme, famoso per gesti eclatanti come lo sterco lasciato davanti all’ingresso di palazzo Grazioli, residenza di Berlusconi, e per le «okkupazioni» di case, con Action, e inquilino dell’aula Giulio Cesare fin dal 1997, quando venne eletto come indipendente nel Prc, da cui poi ultimamente si era staccato per passare al gruppo misto.
D’Erme è deluso e arrabbiato: «Siamo stati cannibalizzati dai partiti - accusa - che hanno intercettato e capitalizzato sulla nostra pelle tutte le questioni sociali che avevamo fatto emergere. La gente non ha capito che io non ero una rotella di questo ingranaggio, ma la vera e propria marcia in più». «Ora a mancare nelle istituzioni sarà la questione sociale - ha continuato D’Erme - e purtroppo quello che non ha funzionato è tutto il progetto di rappresentanza al di fuori dei partiti: gli oltre 8mila voti che abbiamo preso sono venuti dalla nostra gente ma un grande pezzo di città non ci ha capiti perché, temo, non siamo riusciti a esprimere una diversità rispetto alla rappresentanza tradizionale». Secondo il leader di Action parte della sinistra antagonista è venuta a mancare: «Dobbiamo registrare l’assenza del movimento e dei centri sociali».

E il futuro del movimento per D’Erme è nero: «Ora questa giunta si limiterà a difendere l’esistente - ha concluso -, penso che adesso bisognerà difenderci dagli attacchi che ci verranno sferrati e dovremo pensare a garantire la sopravvivenza del conflitto sociale».

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