Politica

Fuorilegge per un giorno: neppure una multa

Perfino in Galleria a Milano si può sfrecciare senza essere fermati

da Milano

La multa sarebbe di 35 euro: in sella alla bici sul marciapiede. Milano, piazza XXIV maggio, sabato mattina: sul marciapiede di corso di porta Ticinese, ragazzi e ragazze in giro per shopping, coppie, signore con le borse della spesa. E altri guidatori su due ruote: perché il passaggio ristretto fra rotaie e cordolo, incluso il «pavé», è davvero ostico e solo in pochi si arrischiano a pedalare sulla strada. Gli altri, come la sottoscritta, fanno i pedoni in sella, a zig-zag fra quelli veri. Si scende per qualche panettone troppo ingombrante, o un’auto parcheggiata che sporge, poi si risale, fino al semaforo. Tanto i milanesi ormai l’hanno capito: la multa, per i ciclisti, è solo «teorica».
L’attraversamento sulle strisce rimanendo a bordo della bici è proibito e prevede la stessa sanzione: 35 euro. Ma chi ha voglia di scendere e sfilare accanto a chi passeggia? Si procede: colonne di san Lorenzo, via Torino, più affollata, stessa musica. Biciclette e pedoni camminano appaiati, qualche signora borbotta, i più non ci fanno quasi caso, tanto ormai sono abituati. Basta non esagerare e suonare il campanello, quello fa saltare i nervi anche al più tollerante dei pedoni. Per il resto, arrivata a piazza del Duomo, attraverso ignorando il semaforo rosso di via Mazzini: il vigile è dall’altra parte, ma è impegnato a osservare auto, tram e motorini. Piazza Diaz, e poi sfilo sotto la cattedrale, fino a entrare in Galleria Vittorio Emanuele: i vigili sostano proprio davanti all’ingresso ma, forse, sono distratti dai turisti giapponesi.
Così arrivo indisturbata all’Ottagono e proseguo fino a piazza Scala. Un altro semaforo rosso e un marciapiede, quello proprio sotto al teatro. Il vigile è lì di fronte: «Qualche volta facciamo le multe, ma non molte. Con il traffico che c’è, siamo impegnati a curare ben altro... Certo io non andrei in bici a Milano, è impossibile: è pericoloso e poi si rallentano anche gli altri veicoli, soprattutto nelle vie strette del centro». I tassisti rincarano la dose: «Dobbiamo sempre controllare negli specchietti, i ciclisti vanno da tutte le parti, anche sulle corsie preferenziali, come in via De Amicis. L’autobus non riesce a passare e si ferma».

Un giro in contromano, intorno all’università Statale e poi, per finire, sul marciapiede in piazza Beccaria, davanti al comando della polizia municipale.

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