Furto a messa e botte al prete

Franco Sala

Per bloccare il ladro, Don Antonio interrompe bruscamente la celebrazione della messa. Ferma la distribuzione del Corpo di Cristo. Il furfante entra in chiesa alle 8.30, eppure l’ultimo, davvero l’ultimo dei suoi pensieri è quello di seguire la funzione. Non è avvezzo alla preghiera, neppure alla contemplazione. La faccia, s’intuisce, è di quelle che non gradiscono molto l’intenso profumo dell’incenso: infatti vuole rubare.
L’uomo 41 anni, si accomoda su una panca e scruta i fedeli. Aspetta che arrivi il momento giusto per mettere a segno il colpo: ed è quando il sacerdote somministra la Santa Eucaristia. I fedeli, dentro la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Desio, si alzano e s’incamminano in raccoglimento verso l’altare. Una donna, pensionata, 60 anni, lascia sulla panca la borsa. Pensa, e sbaglia, che almeno nel luogo sacro non corre pericoli. Il ladro, evaso dagli arresti domiciliari, arraffa la borsetta. Non è un fulmine. In tanti vedono la sua mossa e in chiesa i devoti cominciano a rumoreggiare.
Don Antonio domanda cosa mai è accaduto. Chiaro, il ladro ha rubato. L’officiante, leggere per credere, alza l’abito talare in maniere da avere maggior agilità, interrompe la messa, balza giù dall’altare e si getta all’inseguimento del balordo. Riesce a prenderlo, ma non a bloccarlo. Il trentaduenne comincia a sferrare calci e pugni contro il religioso, che alla fine è costretto a mollarlo. In chiesa si scatena il caos. Alcuni uomini si precipitano verso il portone d’ingresso e lo chiudono. Cercano nuovamente di fermarlo. Il ladro è una furia scatenata. Riprende a sferrare calci e schiaffi con gran violenza. Si divincola, imbocca l’uscita della parrocchia e batte la ritirata. Scatta l’allarme.
Don Antonio, chiama i carabinieri. Gli uomini dell’Arma arrivano subito sul posto ma dell’evaso e della borsa con un bottino di 600 euro che alla derubata dovevano servire per versare l’Imposta comunale sugli immobili, non c’è traccia. Sparito.
Per forza, l’intraprendente malfattore è già dentro il vicino ospedale per tentare un’altra impresa delle sue. Sale al terzo piano, reparto pediatria, ed entra nello spogliatoio dei medici. Cerca di rubare il portafoglio dalla tasca di una giacca. Una dottoressa si rende conto «dell’intruso». Il ladro scappa. La pediatra, formata mentalmente a trattare con i bravi bambini rincorre il balordo: «Scusi, gentilmente si fermi» implora. Parole che evaporano nel nulla. Passa un minuto e all’ospedale fanno ingresso i carabinieri. Loro, decisi, inseguono il pregiudicato e finalmente gli stringono le manette ai polsi. È riuscito a farla in barba al prete, alla pediatra ma davanti agli uomini in uniforme e al loro sguardo severissimo non ha avuto scampo. Infilato nell’auto blu e bianca dei militari è stato trasportato in caserma per il verbale di rito. È accusato di furto ed evasione.

In una cella del carcere di Monza, deve aspettare con pazienza la prossima settimana, prima di comparire davanti al giudice del Tribunale di Desio. Intanto i carabinieri sono riusciti a recuperare il bottino che è stato restituito alla pensionata.

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