Quando, nel 2008, è stato incoronato governatore di Sicilia con il 64 per cento di preferenze, sembrava invincibile. Sì, perché una giunta quale quella creata allora da Raffaele Lombardo, con il sostegno di Pdl e Udc, aveva una maggioranza talmente bulgara da sembrare inossidabile.
E invece oggi, di quella maggioranza di centrodestra rimangono solo le briciole. Perché di rimpasto in rimpasto Lombardo, nel nome dellinnovazione e dellautonomia che secondo lui deve portare alla nascita del Partito del Sud, alter-ego meridionale del Carroccio, ha rivoluzionato tutto. E così oggi guida un Lombardo ter che comprende, oltre il suo Mpa, il Pdl Sicilia (alias lala del Pdl che fa capo al sottosegretario al Cipe Gianfranco Micciché, e che si contrappone al Pdl ufficiale, quello cosiddetto dei lealisti), tre magistrati e alcuni tecnici di area Pd. I democratici, per ora, danno un appoggio esterno, anche se in realtà uno dei «tecnici» è anche iscritto al partito. Ma in prospettiva - almeno prima di questa bufera giudiziaria era così - dovrebbe entrare ufficialmente in squadra, in un Lombardo quater che dovrebbe vedere la luce a inizio estate. Allopposizione, dunque, ci sono il Pdl e lUdc: i partiti grazie ai quali Lombardo è stato eletto. Insomma, un ribaltone.
«Matrice politica», ha detto la Procura a proposito della fuga di notizie. «Matrice politica», ha confermato Lombardo. Ma i nemici politici che si è fatto il governatore sono tanti: cè il Pdl dei lealisti, buttato fuori dalla giunta, che ieri ha chiesto le sue dimissioni, non per linchiesta per il modo di governare; cè una parte del Pd, quello che non condivide la scelta di un altro pezzo del Pd di appoggiare Lombardo, che preme perché i democratici lascino il governo e non ne facciano parte come partito; e poi cè lUdc, gli ex amici traditi da Lombardo, che li ha estromessi da tutto. Ma nemici o meno Lombardo va avanti. E lavora a quello che è il suo obiettivo: la creazione del Partito del Sud, il Carroccio del Meridione.
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