Il futuro è in un cappellino di lana

Dite quello che volete, ma il meglio si è visto al minuto 13. Il secondo gol? No: Gattuso con cappello di lana da pescatore che, senza mollare le stampelle, abbraccia Kakà. La partita era già finita una manciata di secondi prima, con la mancata espulsione di Maldini per fallo da ultimo su Quagliarella. Del resto, quando nei primi 2-3 minuti si vedono 8-9 tocchetti da calcetto e su 7 centrocampisti non c’è un solo «mastino», significa che la partita è destinata a scivolar via sul binario dell’esibizione: chi prende il primo pallino, non lo molla più, come accade spesso nel gioco delle bocce. Anche perché la difesa dell’Udinese, normalmente incline a regalare palle-gol a chiunque, sente aria di Natale e dunque...
Ma ormai i buoi (anzi, i Biscioni) sono scappati. E anche se si reperisse in tutta fretta un nonno italiano di Thiago Silva, anche se la Roma impazzisse e collocasse Mexes nella vetrina dei saldi di gennaio e se si pescassero un paio di gattusanti, sarebbe troppo tardi. Non vuol fare tardi, invece, la signora Beckham, per le compere griffate. Poveretta.

Già le è toccato, ieri sera, prender freddo alle esili gambette esibite in tribuna, e, col musetto imbronciato, applaudire con i guantini i gol della nuova squadra di suo marito. In più le hanno detto che presto il suo bel David dovrà anche lui inzaccherarsi, su quella roba verde. Infine, a Milano, di questi tempi, non c’è il sole. Dura la vita...

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