Il futuro? Guardiola o Spalletti, ma dal 2012

di Marco Lombardo
Qualche anno fa un calciatore di medio talento disse che i tifosi della tribuna rossa di San Siro venivano allo stadio soltanto per sfogarsi del fatto che a casa non potevano picchiare le mogli. Martedì sera, nello stesso posto, forse sono tornati quegli stessi tifosi o almeno erano nel gruppetto che al quinto gol dello Schalke ha cominciato a gridare contro i giocatori dell’Inter. Cose del tipo «con quello che guadagnano dovrebbero correre», ed in effetti la cosa non si sentiva dai tempi di quel calciatore e dei suoi palloni finiti sistematicamente nel nulla. Per fortuna invece buona parte dello stadio alla fine ha applaudito nonostante il 2-5 e questo vuol dire due cose. La prima è che gli eroi, anche quando sono stanchi, praticamente morti, restano sempre eroi. La seconda è che tutti hanno capito: è finita.
Ovvero: è finito il ciclo, magari non tutti quei giocatori che hanno contribuito a crearlo, qualcuno magari servirà in futuro, ma l’Inter - quella del Triplete, s’intende - dovrà voltare pagina. Certo, il giorno dopo si possono fare tanti discorsi tecnici: sull’inadeguatezza di Leonardo («Milanista!» si è ricordato improvvisamente qualcuno nella suddetta tribuna), sulla diga Cambiasso-Thiago Motta che ormai ha più buchi di un emmenthal, su Chivu che era più adatto «a fare il difensore centrale» (sentenziava qualcuno prima del derby) e che nelle due partite della vita s’è beccato due espulsioni da oratorio. Da difensore centrale.
Ma anche si può dire che se Benitez non avesse impiegato mezza stagione a «insegnare calcio» e a indurire la preparazione - perché i giocatori si allenavano poco, no? -, probabilmente e nonostante tutto l’Inter sarebbe in testa alla classifica del campionato. E aggiungere anche che giocare ogni tre giorni a gennaio, quando gli altri recuperano, fa arrivare ad aprile con la lingua fuori.
Insomma, il calcio è un mondo che dà spazio a tutte le opinioni e spesso non c’è materia di smentita. Prendete Ranocchia: arrivato come nuovo fenomeno è già diventato un brocco, ma qualcuno si ricorda - solo un anno fa - che cos’era nel Milan Thiago Silva senza Nesta? Il calcio non è una scienza esatta, tant’è che una squadra appena ordinata arriva a San Siro e asfalta il campioni di tutto. Il calcio non dà mai certezza, però questa volta possiamo essere sicuri che il momento è arrivato.

Perché l’Inter forse potrà fare ancora il miracolo e magari da qui a giugno vincere ancora qualcosa. Ma è arrivato il momento di ringraziare gli eroi e sancire che il ciclo è finito. La loro Inter è finita. Andiamo in pace.

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