Il futuro della Lega

MilanoDavide Boni (nel tondo a sinistra), il presidente leghista del Consiglio regionale della Lombardia indagato per tangenti dalla procura di Milano, non si dimette. «Io sono sereno. C’è scritto tutto nella lettera». Poche parole ai giornalisti che ieri mattina l’hanno stretto d’assedio e nessun intervento in aula, come promesso in un primo momento, ha affidato a 35 righe la sua difesa. Una mail inviata ieri a tutti i colleghi consiglieri per dire quello che in molti, a cominciare dal governatore Roberto Formigoni, si sarebbero aspettati di ascoltare dalla sua viva voce. «Sfido chiunque - si legge - a trovare anche un solo euro nelle mie tasche che non sia frutto del mio lavoro». Dimissioni, invece, consegnate ieri da Dario Ghezzi (nel tondo a destra), il capo della sua segreteria indagato con lui nello stesso procedimento. E nei corridoi del Pirellone c’è già chi scommette che sarà proprio su di lui che verranno scaricati eventuali illeciti scoperti dai magistrati. Salvando Boni, ma soprattutto la Lega.
Ma ieri in consiglio regionale c’è stata gran bagarre. Con Boni che si è seduto nei banchi della Lega rinunciando a presiedere la seduta. In aula Formigoni e l’intera giunta a testimoniare la compattezza del centrodestra. A pezzi, invece, l’opposizione che dopo aver presentato una mozione urgente di sfiducia a Boni ed essersela vista respingere dal presidente di turno Carlo Saffioti, si è spaccata. Con i dipietristi dell’Idv e i vendoliani di Sel pronti a lasciare l’aula, mentre i consiglieri di Pd, Udc e Pensionati sono rimasti ai loro posti, pur annunciando di non essere disposti a discutere e votare altri provvedimenti. Tra cui quello per i marò italiani prigionieri in India. Nella mozione si chiedeva al presidente Boni «come già fatto con altri componenti dell’ufficio di presidenza, oggetto di inchieste da parte della magistratura, di voler lasciare il suo incarico di presidente». Secondo Saffioti un testo che «configura una sorta di sfiducia al presidente del consiglio che non è prevista dalle norme del regolamento». E su questo punto ha chiesto il parere della giunta per il regolamento convocata per domani.

Secondo il capogruppo del Pd Luca Gaffuri, «una mancanza di rispetto per l’aula». Secca la replica del governatore Formigoni: «Eravamo pronti a discutere se non fosse stato per una mossa improvvida e poco intelligente dell’opposizione che ha presentato una mozione evidentemente inaccettabile».

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