Roma

Gabriele Paolini al giudice: «Mai più blitz di disturbo davanti alle telecamere»

Il disurbatore tv dice addio alle incursioni durante le dirette. Ha annunciato il suo proposito nell'aula di Tribunale dove è in corso il processo per interruzione di pubblico servizio, violenza privata e molestie. Dice di aver compiuto circa 20mila sabotaggi

Lo aveva già detto che si sarebbe ritirato dalle scene, ma l'attrazione per il video è stata più forte di ogni proposito. Chissà se ora che la promessa l'ha ribadita in Tribunale riuscirà a mantenerla. Il disturbatore Tv Gabriele Paolini, il terrore di tutti i giornalisti televisivi, va in pensione. Almeno così ha annunciato ieri durante una dichiarazione spontanea davanti al giudice Salvatore Julia che lo sta processando per interruzione di pubblico servizio, violenza privata, oltraggio al Papa e molestie. «Signor giudice - ha esordito Paolini, per l'occasione in giacca bianca e cravatta a righe - la parola che dò a lei e a me stesso è mai più blitz in televisione anche se quelle era espressioni artistiche». Nel suo curriculum si contano circa 20mila incursioni davanti alle telecamere e decine di processi subiti per aver interrotto i collegamenti di Rai e Mediaset, ora parti civili nel procedimento. Ieri in aula sono stati ascoltati cinque cronisti vittime delle performance di Paolini e costretti ad andare in diretta mentre recitava alle loro spalle i suoi soliti slogan offensivi per il Pontefice, per il presidente del Consiglio, per la Chiesa. Il disturbatore ha garantito che d'ora in avanti non infastidirà più i giornalisti. «La decisione - spiega - l'ho presa ieri per festeggiare i miei 35 anni ma anche perché ho avuto la soddisfazione di essere oggetto di una tesi di laurea intitolata "L'audience performativa": il caso di Gabriele Paolini». Una copia della quale Paolini ha voluto regalare al giudice. Prima di lasciare il video, però, il disturbatore Tv ha voluto spiegare come ha sempre avuto le «dritte» che gli hanno consentito di essere tempestivamente alle spalle dei cronisti durante i collegamenti in occasione di eventi di eccezionale importanza. Ha detto di avere contatti con le redazioni delle maggiori televisioni, di aver guadagnato per i suoi blitz 130mila euro, tutti in nero, e ottenuto pernottamenti e pasti pagati, «anche da giornalisti che volevano fare scherzi ai colleghi». Ora però Paolini ha voglia di fare altro.

«Penso di averne le capacità», dice.

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