Da Gaburro la ricerca artistica con Bucchi va "Oltretutto"

Un progetto espositivo di grande intensità visiva e concettuale, che conferma il ruolo sempre più centrale della galleria milanese in via Cerva come piattaforma attenta a linguaggi trasversali

Da Gaburro la ricerca artistica con Bucchi va "Oltretutto"
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Una nuova mostra accende la scena delle gallerie milanesi: è quella di Danilo Bucchi alla Galleria Gaburro, a cura di Achille Bonito Oliva, figura centrale della critica italiana e fondatore della Transavanguardia. Un progetto espositivo di grande intensità visiva e concettuale, che conferma il ruolo sempre più centrale della galleria milanese in via Cerva come piattaforma attenta a linguaggi trasversali, tra maestri storicizzati e nuove voci del contemporaneo. La mostra si sviluppa intorno al segno inconfondibile di Bucchi: fluido, gestuale, nero, spesso steso su fondi bianchi o monocromi che ne amplificano la tensione plastica. Un linguaggio che unisce la memoria del graffito urbano all'eredità del disegno automatico, della calligrafia orientale, dell'astrazione lirica. E che, nelle sale di Gaburro, assume un tono quasi scultoreo, materico, in dialogo con lo spazio e con lo sguardo dello spettatore. Ad arricchire l'occasione, è la presentazione del volume fotografico edito da Drago. Il libro, con immagini potenti e silenziose, racconta l'universo privato di Bucchi, il suo studio, le tele in divenire, i dettagli della superficie pittorica, come se si entrasse nel pensiero dell'artista attraverso l'obiettivo. Un vero e proprio racconto visivo che accompagna e approfondisce il progetto espositivo, trasformando la mostra in un'esperienza a più livelli. A fare da cornice culturale, il talk alla Triennale, in cui Bucchi e Bonito Oliva hanno discusso pubblicamente il percorso dell'artista, la sua grammatica visiva e la tensione tra forma e gesto. Un dialogo ricco, che ha toccato temi chiave dell'arte contemporanea come la ripetizione, l'autorialità, il rapporto tra corpo e segno, ribadendo come l'opera di Bucchi si collochi in un territorio di frontiera tra pittura e scrittura, tra atto e forma. Il progetto su Bucchi, intitolato «Oltretutto» si inserisce in un programma curatoriale ampio e raffinato, che ha già visto la Galleria Gaburro proporre progetti dedicati a nomi storici come Franco Fontana o Emilio Isgrò, affiancandoli a ricerche contemporanee e sperimentali. Una linea curatoriale che unisce rigore e apertura, senza timore di accostare visioni differenti ma accomunate da una forte identità espressiva.

Con Bucchi, Gaburro ribadisce il proprio ruolo nel tessuto culturale milanese: uno spazio di dialogo tra artisti, curatori e pubblico, capace di proporre esperienze espositive che vanno oltre la semplice mostra e diventano dispositivi narrativi complessi, dove arte, editoria, parola e visione si intrecciano.

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