Galan: «Mancano i soldi per la Grande Brera? Solo scuse»

In tempi di tagli non è facile per un ministro della Cultura raccogliere applausi ma Giancarlo Galan, ieri a Milano per la cerimonia di presentazione del «Progetto Cultura» di Intesa Sanpaolo, c’è riuscito. Concreto e pragmatico, Galan ha affrontato subito uno dei temi in questo momento più spinosi sotto la Madonnina, il progetto «Grande Brera» arenato da un anno per assenza di fondi. Mancano i soldi? Balle, ha detto il ministro davanti a una parterre che, tra tanti nomi illustri, annoverava ieri anche il nuovo sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore alla Cultura Stefano Boeri. A chi gli ha fatto notare che al progetto mancano tra i 20 e i 30 milioni per partire entro luglio, Galan ha replicato: «Non è una questione di cifre. Volete che a Milano non si trovino 30 milioni? Quando si dice che non ci sono i soldi, si cercano scuse per non fare le cose. Che lo Stato non abbia i finanziamenti necessari - ha spiegato a margine dell’evento - è evidente come pure che la ricchezza di questo Paese sia nelle famiglie. Bisogna dare a queste gli strumenti per gli incentivi e la normativa per poter investire». Il progetto di ampliamento della Pinacoteca che dovrebbe finalmente offrire ai milanesi un museo internazionale degno di questo nome, resta una priorità del ministero, promette Galan. Sulle tempistiche, tuttavia, è difficile fare previsioni. «Se avessi cinque anni davanti - ha aggiunto - direi che certamente è nel programma del mio governo, ma siccome non so se avrò un mese, un anno o due anni, dico che è un dovere morale concluderlo nel 2015 per l'Expo». Galan apre quindi all'intervento dei privati: «Che lo Stato non abbia i finanziamenti necessari è evidente - ha concluso il ministro - come pure che la ricchezza del nostro paese è nelle famiglie. Bisogna dare loro gli strumenti, gli incentivi e le norme per poter investire in opere culturali e infrastrutturali».

Riguardo invece al nuovo polo museale presentato da Banca Intesa, il ministro ha invece parlato di «evento straordinario, proprio mentre a Roma un altro privato permetterà il restauro del Colosseo. Milano, d’altronde, è da sempre una capitale degli affari ma anche della cultura».

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