Che un editore risponda indispettito a uno scrittore dopo che questi ha stroncato un suo libro, è cosa abbastanza comune. Che leditore lo faccia con uno degli intellettuali di riferimento del più importante quotidiano italiano, un po meno. Che leditore decida di farlo nonostante lintellettuale di cui sopra è anche un proprio autore, diventa uneccezione meritevole di essere raccontata.
Ecco che cosa è successo. Il 7 gennaio Ernesto Galli della Loggia in un editoriale sul Corriere della sera dal titolo «Indignarsi non basta» e che affronta la vicenda dellestradizione di Cesare Battisti sostiene che la colpa dei pregiudizi esteri nei confronti degli italiani è anche degli «ambienti intellettuali di casa nostra», rei di «compiacere senza fiatare le opinioni più raffazzonate e sommarie che capita loro di ascoltare da amici e colleghi stranieri quando si parla dellItalia». Un comportamento che denota «il nostro invincibile provincialismo culturale, il quale tende troppe volte a farci apparire bello ciò che non è italiano». Galli della Loggia non specifica a quali «ambienti intellettuali» si riferisce, ma fa un esempio: il fatto che «una casa editrice come Laterza (ma certo non è la sola!) abbia tradotto un libro di Christopher Duggan, La forza del destino, che offre una versione della storia italiana negli ultimi 150 anni che dire caricaturale è poco». Due righe, un aggettivo, zero appelli.
Ieri, la risposta. Sul sito della casa editrice www.laterza.it appare una risposta firmata «Gli editori» e dal titolo inequivocabile - «Senza argomenti» - che fa a fette Galli della Loggia (il quale da Laterza ha pubblicato un paio di titoli particolarmente importanti per il proprio curriculum: Intervista sulla destra nel 94 e La morte della patria nel 96). «Se io critico qualcuno o qualcosa ad esempio un libro devo dire perché e come, devo spiegare al mio lettore ciò di cui sto parlando e dar modo a chi è stato criticato di controbattere. Purtroppo succede a volte che perfino gli intellettuali che pure per professione dovrebbero essere immuni dalla tentazione si lascino andare allo sberleffo, allinvettiva, allalzata di sopracciglio». Quindi la lettera riporta le righe di stroncatura sul Corriere, cui segue il commento: «Dopo un giudizio così sprezzante ci si poteva attendere una adeguata argomentazione a sostegno di quanto scritto. E invece Galli della Loggia non dedica una sola altra parola al libro e allautore». Aggiungendo: «Ci siamo chiesti anche quale sia il senso e lutilità di un dibattito pubblico condotto in tal maniera, così vicina alla denigrazione e così simile a certi talk show televisivi...
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