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Galliani: «Istanbul non mi fa dormire la notte»

«Rivedo i due tiri di Sheva parati da Dudek e sto sveglio». Pirlo: «Mai più due secondi posti». Ma il marchio vale 15 milioni, la Samsung lo corteggia. E i tifosi aumentano

Si fa presto a salutare l’arrivo di nuovi tifosi milanisti, 600 mila in più secondo calcoli aggiornati agli ultimi quattro anni, più del 30% nel segmento fra 6 e 13 anni. Si fa presto a valutare in visibilità e audience il marchio rossonero come il più televisto, grazie allo specifico monitoraggio su 247 emittenti (+32% rispetto al 2003-04) con 4 miliardi e 150 mila spettatori grazie a 1.436 ore di trasmissioni. Si fa presto a segnalare il miglioramento dei conti del club berlusconiano: al netto la perdita è stata di 28 milioni e 500 mila a fine 2004, è prevista a 25 milioni circa per fine 2005. Non solo ma il fatturato di 235 milioni, terzo in classifica europea dietro Real Madrid e Manchester, non dà segni di arretramento. Anzi, sull’argomento, sono alle porte golose novità: da agosto cambia il marchio Opel, diventerà Zafira. Ma dall’estate 2006 varia il prezzo del primo sponsor che sale dagli attuali 9 milioni di euro a stagione a 15. Dietro l’uscio c’è già un cliente in bella vista: Samsung, lo stesso sponsor del Chelsea.
Si fa presto a prender nota dell’interesse del ministero del Turismo israeliano per l’abbinamento con la maglia rossonera: i contatti in atto possono portare a degli sbocchi commerciali nel giro di qualche mese. Si fa presto a rimarcare tutte queste belle, importanti e impegnative cifre nell’incontro annuale con gli sponsor, celebrato dal Milan in un incontro in Sardegna - villaggio Tanka di Villasimius -, se poi alla fine o al principio di ogni discorso resta, nel cuore e negli occhi, quel che è accaduto la notte del 25 maggio a Istanbul, all’Ataturk, lo stadio degli incubi milanisti.
«È da mercoledì scorso che non riesco a dormire» confessa a un certo punto Adriano Galliani che non riesce neanche a nascondere quel che accade dietro le quinte. «Continuo a rivedere quella doppia palla di Sheva che sta entrando in porta e a domandarmi come mai non è entrata» ammette sempre Galliani che parla di partita stregata, «il secondo gol del Liverpool nasce da un fuorigioco non segnalato per il mancato funzionamento del bip» e rammenta che l’imperativo categorico del prossimo anno è «passare da Parigi».
L’unica fortuna, se di corda si può parlare in casa dell’impiccato, è che nonostante il risultato di Istanbul il marchio tira. La ferita resta aperta, come conferma da Coverciano anche Andrea Pirlo, che ripete in modo maniacale: «Quella serata resterà scolpita nei ricordi e non firmerei per ripetere due secondi posti». Lo ribadisce in antitesi col suo vice-presidente vicario (che naturalmente non si diverte a premiare gli altri, ieri Capello e la Juve, domani chissà l’Inter di Mancini). «Durante i rigori, i salti di Dudek mi han dato fastidio ma noi eravamo segnati dalla rimonta» chiude Pirlo.

Il Milan è ancora in Turchia, non riesce a venirne via.

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