La gara Dal 6 settembre

Lo scorso settembre Umberto Bossi, quando vide arrivare sul palco della Festa dei popoli di Venezia i ciclisti partiti tre giorni prima dal Monviso, ordinò ai suoi: «Voglio il Giro di Padania». Detto fatto. Ottenuto il riconoscimento dell’Unione ciclistica italiana, la gara entra nel novero del circuito professionista. Essendo a ridosso di importanti appuntamenti internazionali non è esclusa la partecipazione dei big. Gli organizzatori, tra i quali l’associazione dilettantistica Monviso Venezia presieduta dal senatore leghista Michelino Davico, contano di avere al via anche Ivan Basso. Al fianco del team organizzatore ci sarà la Società ciclistica Alfredo Binda, organizzatrice della Tre Valli Varesine che si occuperà della gestione tecnico-sportiva.
I professionisti delle due ruote partiranno il 6 settembre e daranno inizio alla gara che si snoderà su 900 chilometri. Padana per definizione la prima tappa: Paesana (Cuneo), alla sorgente del Po, dove i leghisti celebrano il rito dell’ampolla. Il traguardo finale sarà a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 10 settembre passando per Laigueglia (Savona), Vigevano (Pavia), Malpensa, Salsomaggiore (Parma) e Rovereto (Trento).
La nuova corsa a tappe precederà di due settimane il campionato del mondo su strada e si propone come un’occasione per gli atleti di rifinire la propria preparazione in vista dell’appuntamento. Da qui la scelta di un itinerario che alternerà alcune salite, intorno ai 1300 metri di altitudine al massimo, a frazioni per velocisti. Centosessanta i professionisti delle 20 squadre iscritte che attraverseranno in bici valli, paesi, campi, paesini e tutto ciò che è caratteristico della terra padana. «Il ciclismo - dichiara l’assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani - insegna a tener duro quando ci sono momenti difficili».
La Rai coprirà l’evento con dieci ore di trasmissione e già si pensa alla diretta e alle riprese dall’alto per l’anno prossimo.
«Con il giro di Padania - interviene il senatore Michelino Davico - nasce un percorso che da ideale diventa territoriale. Un tracciato che, a tappe, ha l’ambizione di portare l’attenzione su città già premiate dalla notorietà come su piccoli centri, su borghi più o meno inseriti nei circuiti turistici tradizionali. Tale tracciato vuole coinvolgere le comunità».
Insomma, il sogno di Bossi si realizza.

Il Senatur non ha potuto essere presenta alla presentazione dell’evento (al ristorante, caro alla Lega, dei Tre Pini) ma ha mandato i suoi saluti al mondo del ciclismo tramite l’assessore lombardo allo Sport Monica Rizzi.

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