Garibaldi? Va (quasi) tutto bene

Garibaldi è una delle stazioni che, fra negozi gradevoli e nuovi percorsi, ha già imboccato il suo new deal: 45 monitor, 30 negozi, anche di ultima generazione come pop up e temporary store, e un corposo restyiling da 18 milioni non hanno però sanato alcune punti critici dello scalo che è anche snodo per il metrò e il passante. Ed è proprio nei collegamenti fra un mezzo e l’altro che si annida il disservizio. Una sola toilettes, a pagamento, fra i tunnel, è anche mal segnalata. La segnaletica? Bella, ma incisa su pannelli così trasparenti da risultare poco visibile. Anche qui come a Cadorna e Lambrate, la paura post 9/11 è rimasta un pretesto: il deposito bagagli non esiste più. L’unico a funzionare è a Centrale. «È chiuso - fanno sapere da Centostazioni - non solo per timore di attentati, ma perché scarsa era la domanda».
A Garibaldi poi l’inglese è materia facoltativa: underground è scritto solo nel passaggio da stazione a metrò, mai indicato prima per esteso. Eppure gli stranieri, in partenza dall’Italia, prendono spesso un treno da qui. Inoltre chi non mastichi una simbologia tutta meneghina si potrebbe sentire smarrito, come di fronte ad una stele in geroglifico, nel tentativo di decifrare la selva di simboli fra cui spicca la «M» in campo rosso del metrò che poi conduce ad una linea che ahimé è verde, o alle mille S multicolore che indicano le linee del passante.
PASSANTE
Dove comincia un altro mondo: incompiuto, pulito, ma inquietante. Ai tornelli via libera anche senza pagare - come già denunciato da Il Giornale nei giorni scorsi - , all’Infopoint, vetri a specchio nascondono l’assenza degli operatori. Poi giù per ascensori all’italiana (si scende di un piano e poi bisogna cambiare), verso il lungo corridoio deserto dove proseguono i lavori di del metrò.
Dall’altro lato ad essere indicati sono i binari dei treni, l’uscita per il Monumentale ( cimitero, do you know?) ed un punto informazioni Expo che però è chiuso, non avendo molto ancora da comunicare.
LAMBRATE
A Lambrate, invece, i Cantieri Bottini, per conto di Centostazioni stanno cambiando il volto dello scalo dove approdano 12,5 milioni di passeggeri l’anno: entro febbraio 2010 sarà finalmente ultimato il collegamento sotterraneo metrò - stazione, evitando la gimkana fra la varia umanità della piazza. Per ora, però, la stazione è «imbastita» su due gallerie dove tutto risulta al contrario. Allo storico ingresso principale, per esempio, c’è il bar, ma per trovare biglietteria, negozi e toilettes (a pagamento) bisogna andare all’altro capo del tunnel. Nella seconda galleria invece solo macchinette automatiche, tutte guaste quando ci siamo stati noi.
CADORNA
Passa l’esame invece Cadorna dove c’è un po’ di tutto, dall’ufficio informazioni, ai negozi (pur in una galleria un po’ scura), alla cappella, compreso il disordine degli ambulanti sulla piazza e nel metrò.

Anche i cartelli sono chiari, pure in inglese: così chiari che spesso indicano anche ciò che non c’è più, come il deposito bagagli, chiuso dal 2005, nonostante il Malpensa express abiti qui: «Lo riapriremo a breve», fanno comunque sapere da Le Nord. In compenso qui si può fare un prelievo di sangue, anche senza prenotarsi, nel centro convenzionato con il San Raffaele. Nel caso il treno fosse, come a volte capita, in ritardo. LuGa

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