Cronache

Garlasco, Alberto Stasi torna davanti ai giudici

Iniziato il processo d'appello contro il 26enne, assolto in primo grado per l'omicidio di Chiara Poggi

Garlasco, Alberto Stasi torna davanti ai giudici

A quattro anni dalla morte di Chiara Poggi e a due dall'assoluzione in primo grado per l'omicidio della fidanzata, Alberto Stasi torna davanti ai giudici. È cominciato oggi, infatti, il processo di secondo grado davanti alla seconda Corte d’assise d’appello di Milano. Il ragazzo, unico indagato per il delitto di Garlasco, è arrivato al palazzo di giustizia in jeans e giacca blu, accompagnato dai difensori e ha beffato giornalisti e fotografi entrando da un ingresso secondario. Il procedimento si svolge a
porte chiuse, perché l’imputato in primo grado ha scelto il rito abbreviato.

L’udienza è stata dedicata alla relazione del giudice a latere Fabio Tucci, che ha ricostruito l’indagine e la sentenza di primo grado con cui il gup Stefano Vitelli nel 2009 ha assolto l’imputato. Il processo è stato poi rinviato al 22 novembre. Altre due udienze sono fissate per il 24 e 25 novembre, mentre il 6 dicembre ci sarà la camera di consiglio dei giudici. Al termine dell'udienza, il 26enne ha commentato con un laconico: "È andato tutto bene".

Il delitto, nonostante le indagini e il processo di primo grado, ha ancora molti lati oscuri. Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu colpita a pochi passi dalla porta d’ingresso, poi trascinata lungo le scale che conducono in cantina. dove l’assassino ha infierito più volte con un’arma sconosciuta fino a sfondarle il cranio. Nell’abitazione non manca nulla e non ci sono tracce di estranei. Chiara indossava un pigiama estivo, ed è stata lei probabilmente ad aprire la porta all'omicida. Qualche ora dopo il fidanzato Alberto scopre il corpo senza vita della ragazza e diventa il principale indiziato. Ma, oltre al movente, mancano le prove. Le sue scarpe sono "immacolate" e in casa non ci sono tracce di un suo passaggio. Le manette scattano quando gli inquirenti trovano materiale organico di Chiara sui pedali della sua bicicletta, ma è troppo poco per lasciarlo in carcere.

Così a dicembre 2009 Stasi viene assolto in primo grado ma con formula dubitativa a causa di indagini incomplete.

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