Un progetto faraonico da almeno un miliardo e 500 milioni di euro. Ma che in molti considerano ormai una strada, è proprio il caso di dirlo, obbligata e per percorrere la quale ci vorranno almeno sei-otto anni di lavori dal momento dellapertura dei cantieri. «La nostra - spiega Massimo Sordi, vicepresidente della Camera di commercio, partner del progetto - è per ricchezza una delle aree più importanti del mondo, ma per infrastrutture una fra le più arretrate. Per questo siamo favorevoli a ferro, gomma, aria. A tutti i progetti che consentiranno di mantenere la Lombardia ai massimi livelli di competività. Non dimentichiamo che rispetto alla Germania i prodotti che escono dalle nostre fabbriche sono penalizzati per i costi che aumentano di almeno il 7 per cento perché lItalia manca di collegamenti. Strade sotterranee ci sono già nelle grandi città europee, noi non dobbiamo inventare nulla. E ricordare che fluidificare il traffico fa bene anche allambiente».
Da Palazzo Marino gli fa eco Alberto Garocchio. «Il futuro di Milano - assicura il consigliere di Forza Italia -, passa attraverso linterramento del traffico. E sia il tunnel sotto i Bastioni che quello dallautostrada del Laghi a Garibaldi-Repubblica sono progetti meravigliosi. Un modo per snellire il traffico e migliorare di molto la qualità della vita dei milanesi. Aggiungo che il tunnel dei Bastioni è proprio un progetto che ha la milanesità nel Dna. Pensato e progettato dagli imprenditori locali, ha ricevuto lappoggio di altri soggetti importanti come la Camera di commercio, Assolombarda, Assimpredil, Banca Intesa. La testimonianza della necessità di lavorare tutti insieme per costruire qualcosa di importante. E, soprattutto, a costo zero per la comunità grazie alla finanza di progetto». Ora cosa serve? «La dichiarazione di pubblica utilità dellopera rilascata dal sindaco Gabriele Albertini. E il via libera della Soprintendenza».
Opinioni e speranze condivise da Piero Torretta, presidente di Assimpredil. «Questa - spiega - è unopera che interesserà tutta la città. Il costo del traffico lo pagano i cittadini e le imprese. Per questo non dobbiamo preoccuparci delle dimensioni dellinvestimento, ma dellindispensabilità di questo progetto. In Europa si vedono poche macchine circolare, nessuna posteggiata e camminando si può ammirare larredo urbano.
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