(...) economico-politico e con i vari manuali Cencelli e, quindi, di modernizzazione e di sviluppo di Genova, troverebbe la condivisione di tantissimi cittadini, ben al di là degli attuali schieramenti, e la stessa intelligente attenzione di An e di tutta la Cdl. Perché un uomo come Riccardo Garrone, cui non è mai difettato il coraggio e neppure la genialità, non ci prova?». Presto detto, spiega Garrone al Giornale: «Perché sarei come Davide contro Golia, ma, nonostante io sia un cacciatore, non avrei la fionda adatta per vincere. Dopo tre mesi fuggirei, o verrei cacciato».
Il problema, annota, non sono i colori politici, anzi, «apprezzo molto la proposta di Plinio, cui fra laltro mi legano i colori blucerchiati», ma «il mio carattere: da quarantanni faccio limprenditore e da cinque il presidente di una società di calcio. I problemi sono abituato ad affrontarli in modo sbrigativo, severamente e con provvedimenti immediati. Ma ciò che si fa nel privato non si può ripetere nel pubblico, e quindi non sarei in grado di affrontare il riordino della macchina comunale e del suo potenziamento in termini di riduzione dei costi e di aumento dellefficienza. Di certo mi scontrerei con realtà che me lo impedirebbero, a partire dai sindacati». E dire che erano proprio questi fattori, la pragmaticità e il decisionismo, ad aver spinto Roberto Cassinelli il coordinatore metropolitano di Forza Italia ad applaudire: «Appoggeremmo volentieri una lista Garrone, del resto il suo programma è più adatto agli elettori del centrodestra che del centrosinistra», e Fabio Broglia il segretario provinciale dellUdc a entusiasmarsi «perché Garrone rappresenta un modo di far politica estremamente moderato e concreto».
Dopo l«assoluta indisponibilità» del petroliere, ieri An ha rilanciato, con il coordinatore provinciale Alfio Barbagallo: «Visto che Zara ha preso le distanze da lui, Garrone indichi un altro nome o dia al centrodestra la disponibilità a provare davvero a scardinare una gestione della città che giudica negativamente, o farà la figura di un Gattopardo alla ligure: cambiare tutto per non cambiare niente». E in effetti ieri Garrone non ha risparmiato critiche a una «città litigiosa che, per colpa sia delle istituzioni sia del mondo imprenditoriale, negli ultimi 30 anni non ha saputo valorizzare la propria straordinarietà, ma solo far prevalere i veti incrociati nelleterna lotta per contendersi lo spazio, che è poco ma che a volte sembra non si voglia trovare». Una critica allattuale, decennale sindaco Giuseppe Pericu? «Io non cito Pericu né Campart né Cerofolini, dico solo che cè stata scarsa lungimiranza da parte di tutti, classe dirigente imprenditoriale compresa».
E già che cera, lindustriale ha risposto alle critiche che gli sono piovute addosso per aver fatto appello agli elettori del centrodestra ad andare alle primarie a votare Zara. Marta Vincenzi la candidata ufficiale dellUlivo lo ha accusato di volerla delegittimare, Marco Verruggio il portavoce nazionale della sinistra di Rifondazione di voler spaccare lUnione, lo stesso Zara sè infuriato. Lui se lè presa a male: «Si parla tanto dei diritti democratici dei cittadini, ma poi quando conviene si parla di delegittimazione. Io non ho esperienza di intrighi della politica né voglio delegittimare qualcuno, ma difendo il diritto di tutti i cittadini ad andare alle primarie a votare Zara se lo ritengono un buon sindaco». Idea bocciata, comunque, dai vertici della Cdl: «sarebbe come mandare i genoani in casa blucerchiata» ha sorriso Plinio, «a questo appello bisogna rispondere picche - sè infervorato Luigi Morgillo il capogruppo azzurro in Regione -. Se invece Garrone è preoccupato di consegnare Genova nelle mani della Vincenzi, allora sostenga apertamente lunico schieramento alternativo alla Vincenzi: il centrodestra».
E ieri è stata la giornata delle ufficializzazioni.
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