(...) calcio Francesco Saverio Borrelli. Nessun riferimento alla Sampdoria, nessuna adesione alla cupola del calcio come, invece, avevano scritto i giudici di Napoli Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Ieri sera alle 19.30, dopo un pomeriggio frenetico, l'annuncio delle persone e delle società rinviate a giudizio. Trenta dirigenti e 4 squadre: Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina che finiranno a processo, dal prossimo 28 giugno, per violazione degli articoli 1 e 6 (lealtà e correttezza sportiva ed illecito sportivo). Situazione aggravata dal fatto che sarebbe riconosciuta la responsabilità oggettiva per i presidenti delle società coinvolte. Nel comunicato della Federcalcio, per motivi di privacy, il procuratore ha però scelto di non rendere note le imputazioni dei diversi soggetti. Scegliendo, peraltro, un profilo molto diverso rispetto a quello che si utilizzò solo un anno fa con i procedimenti che hanno visto come protagonista il Genoa.
Una settimana di suspance in casa Doria. Prima i dubbi nati intorno alla telefonata tra l'ex designatore Paolo Bergamo e il dimissionato vicepresidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini. I due parlavano di interessi di lavoro che Pairetto avrebbe avuto a Genova e che lo avrebbero visto favorire nei sorteggi arbitrali la società blucerchiata per ingraziarsi Garrone. Quindi, nell'ultimo giorno di indagini da parte della procura di Napoli, la decisione di inserire il nome del presidente della Samp nel registro degli indagati in seguito all'interrogatorio dell'ex segretario della Can Manfredo Martini. Quindi l'invito a comparire, lo scorso venerdì: Garrone e Marotta si sono presentati nella sede della Figc in via Allegri, a Roma, chiarendo la loro posizione. Un colloquio, durato meno di un'ora, che ha definito la situazione e, probabilmente, convinto i collaboratori di Borrelli della completa estraneità ai fatti della società ligure. Ieri sera, dopo il comunicato della Federazione, la soddisfazione del presidente della Samp: «Prendo atto delle decisioni del Procuratore Federale che riconoscono la totale estraneità della Sampdoria e dei suoi dirigenti in questa vicenda - ha dichiarato-. Devo ammettere comunque che gli ultimi dieci giorni sono stati per me, per la mia famiglia e per la società giorni duri e difficili». Garrone, che anche ieri ha lavorato a Milano con gli altri quattro saggi nominati dalla Lega Calcio per riscrivere le regole della stessa Lega, ha riservato le parole più sentite verso il pubblico doriano: «La sofferenza più grossa l'ho provata nei confronti dei nostri tifosi - ha continuato- che anche in questa occasione non hanno fatto mancare attestati di stima e segnali di attaccamento nei confronti della società. A loro va il mio grazie più sentito». Alle parole del presidente si aggiunge la soddisfazione dell'avvocato Bongiorno: «Già l'interrogatorio mi lasciava presagire che non ci sarebbe stato sviluppo processuale nei nostri confronti - ha ricordato la Bongiorno- . Alla società e ai propri dirigenti non erano state mosse contestazioni di alcun tipo, ma avevamo chiarito solo circostanze che ci vedevano coinvolti indirettamente. Sono soddisfatta che la Procura federale ci abbia riconosciuto al di fuori di tutto».
La Sampdoria fuori dall'inchiesta di calciopoli, posizione stralciata anche se, secondo indiscrezioni, la sua posizione potrebbe essere rivalutata con più attenzione da Borrelli e dal suo «pool» sportivo insieme a quelle di Messina, Reggina, Siena ed Udinese. Infatti, la prima parte dei deferimenti avrebbe interessato solo le squadre che dovrebbero essere impegnate nelle coppe europee la prossima stagione e per le quali la Federcalcio deve prendere una decisione a breve. Anche se, tra le società coinvolte in questa seconda trache, la dirigenza sampdoriana è stata l'unica già sentita in Fedecalcio.
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