Economia

Gas, ex municipalizzate all’attacco delle Pmi

Paolo Giovanelli

da Milano

Ex municipalizzate all’attacco del mercato delle piccole imprese, Enel Gas che punta invece ai consumi domestici: è questo il quadro che si sta delineando nel mercato del gas liberalizzato secondo una ricerca della Npv, una società di consulenza che opera anche nel settore dell’energia.
Circa un terzo del gas consumato in Italia va a finire nella produzione di elettricità (e ne andrà a finire sempre di più nei prossimi anni): quasi 25 miliardi di metri cubi l’anno su un totale di 76 miliardi. Altri 23 miliardi di metri cubi di gas sono destinati a quelle 11.500 grandi imprese che costituiscono l’ossatura del sistema industriale italiano. Ma c’è una fetta importantissima di piccole imprese che fa globalmente grandi volumi e che è diventa sempre più disponibile a cambiare fornitore in cambio di vantaggi sui prezzi e sui servizi. Ed è a questa fascia che si stanno orientando le imprese locali distributrici di gas.
Secondo la ricerca Npv, il portafoglio tipico di una ex municipalizzata vede quasi il 92% della clientela composto dal cosiddetto residenziale (le famiglie), che consumano però solo il 60% del gas venduto. Per contrasto, i grandi condomìni sono solo l’1% del mercato, ma consumano ben il 15% del gas. C’è poi il microbusiness (cioè le aziende con consumi inferiori al 200mila metri cubi l’anno), che è il vero terreno di caccia: sono circa il 9% dell’intera clientela, ma rappresentano il 25% del giro d’affari di una società di vendita. I mini-imprenditori che consumano meno di 5mila metri cubi l’anno sono ben il 6% dell’intera clientela, ma rappresentano solo il 5% del gas venduto, e sono quindi una fascia poco più appetibile dei clienti residenziali. Il discorso cambia già, e diventa molto più interessante, su quegli imprenditori che consumano tra 5mila e 50mila metri cubi l’anno: sono il 2% del mercato, ma consumano il 13% del gas venduto. E c’è infine quella che è la fascia che fa più gola, ma che ha una presenza limitata: il microbusiness tra 50mila e 200mila metri cubi l’anno. Rappresenta lo 0,10% della clientela, ma ben il 7% dei consumi.
Il micorbusiness non è solo interessante perché rappresenta una importante fascia della domanda, ma anche perché, fa notare Gianpaolo Chimenti che ha curato la ricerca di Npv, «il mondo delle Pmi sta ancora uscendo gradualmente dal mercato tutelato e garantisce ancora buoni livelli di prezzo sul mercato finale a fronte di livelli di consumo interessanti». Per conquistarselo le imprese ricorrono all’offerta congiunta di gas ed elettricità (il «dual fuel»), come pure a servizi aggiuntivi (come la consulenza energetica).
E le famiglie? Qui c’è l’Enel Gas che ha lanciato una campagna aggressiva che ha spiazzato non poche municipalizzate tra il 2004 e il 2005, accusata dalla concorrenza addirittura di «stravolgere le regole del gioco», ma di un gioco che sembrava condotto da «belle addormentate». Così Enel Gas in pochissimo tempo ha «rubato» alle ex municipalizzate decine di migliaia di clienti, soprattutto nelle grandi città. Le «belle addormentate» si sono però svegliate e dal 2005 è partita la controffensiva che ha un po’ frenato lo slancio Enel.

E a guadagnarci sono i clienti: per una volta il mercato sembra funzionare.

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