«Gas più pulito del gasolio? Dipende dalle caldaie»

Il presidente Carenini: «Sbagliato puntare tutto sul metano. Servono più controlli sulle manutenzioni»

«Qualsiasi cosa si brucia, produce inquinamento. Il problema, quello vero, è come si brucia». Parte da qui Giuseppe Carenini, il presidente milanese di Assopetroli, l'associazione dei venditori di gasolio e altri derivati dal greggio, per spiegare «il grande errore che stanno commettendo Milano e l’Italia»: «Si è deciso di puntare tutto sul metano a scapito del gasolio. Il gas ha la fama di essere un combustibile pulito, ormai il 60 per cento delle caldaie in città è a metano. Ma l’inquinamento resta alto, qualcosa non va».
Il suo è un giudizio di parte. «Se è per questo faccio anche manutenzione agli impianti a gas - ribatte Carenini -. Quello che voglio denunciare è l’errore che si sta compiendo, lo stesso fatto negli anni Settanta». Allora il Paese dipendeva dalle forniture di greggio, tutto andava a gasolio. Ora succede lo stesso col gas naturale, «aiutato da tasse più basse e incentivi a cambiare le caldaie»: «Se prima eravamo in balia del Medio oriente, ora lo siamo della Russia - spiega -. La cosa più giusta sarebbe equilibrare le cose tra i diversi combustibili».
Gli esperti ricordano però che, quanto a emissioni inquinanti, il metano resta molto più «pulito» di gasolio e dell’olio combustibile, messo al bando in Lombardia. «Le commissioni che dovevano dimostrarlo con i test non hanno mai pubblicato i risultati dei loro studi... - sorride Carenini -. Il problema, per quanto riguarda le caldaie, è la manutenzione. Se l’impianto è tenuto a regola d’arte, un po’ come si fa con la propria automobile, non ci sono grandi differenze tra metano e gasolio. L’importante, ripeto, è che sia imposto ai proprietari di casa di far controllare spesso caldaia e bruciatore. E che questo obbligo sia fatto rispettare».
Inutile, per Assopetroli, affidarsi alle ispezioni a campione. «È impossibile controllare tutti gli impianti di Milano. Figuriamoci poi se, come succede ora negli stabili nuovi, ogni appartamento ha la sua caldaietta. Con la Regione abbiamo iniziato a discutere di un piano che fissi obblighi di manutenzione più severi, è l’unica strada per combattere lo smog».
Ma i produttori di petrolio che cosa stanno facendo? «Stanno migliorando la qualità dei combustibili, rendendoli meno inquinanti - spiega Carenini -.

Ma se si continuerà a fare la guerra al gasolio ci saranno meno stimoli a innovare. Quanto alle caldaie - conclude - si stanno studiando dei filtri per limitare le emissioni nocive. L’importante è non cadere nell’errore di puntare tutto sul metano...».

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