Gas, procedure più rigide per allacciarsi alla rete

Recependo una legge nazionale, l’Aem ha disposto severi criteri per rendere più sicuri gli impianti

Gas, procedure più rigide per allacciarsi alla rete
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Entrerà in vigore in tre tappe, coinvolgendo via via più consumatori. E si comincerà dai milanesi che vogliono attivare un impianto del gas per la prima volta. A questi, dal primo luglio, sarà chiesto di seguire una nuova procedura - «accertamento» il nome tecnico - per allacciarsi alla rete. «Dovranno fare una serie di operazioni finora non richieste - spiega Luigi Guarrera, direttore di Aem gas -. Insieme all’installatore presenteranno moduli e documenti per dimostrare che l’impianto è sicuro, pena il mancato allacciamento». E aumenteranno le spese.
A fissare gli importi è la delibera 40 del 2004, la stessa che ha introdotto la procedura. Le società di distribuzione (Aem gas nel caso di Milano) ha diritto ad avere dall’impresa venditrice (Aem o Enel) 40 euro nel caso di impianti domestici (fino a 34.8 kilowatt), 50 se un po’ più potenti (da 34.8 a 116 kw, impianti da mini condominio) o 60 euro per quelli oltre i 116 kilowatt. «La legge dice che il distributore li riceve dal venditore - insistono i tecnici -. E l’ipotesi più probabile è che questo li “scarichi” sul consumatore finale. Ma non è detto, dipenderà dalle scelte di marketing delle aziende».
Euro che si aggiungeranno a quelli già richiesti ora per l’allacciamento. «In ogni caso - riprende Guarrera - si tratta di una procedura voluta per garantire più sicurezza».
Ma chi dovrà sottoporsi all’«accertamento»? «Si parte con i nuovi impianti, da luglio: pensiamo a una persona che entra in una casa appena costruita», spiega Lorenzo Cignoli, responsabile del servizio utenti di Aem gas. Dopo aver sottoscritto il contratto col venditore, il consumatore dovrà consegnare un modulo ad Aem gas (il distributore). Poi toccherà all’installatore compilare il suo (dimostrando che è iscritto a un albo di categoria) e allegare progetti e relazioni sull’impianto. Scatterà a quel punto l’accertamento (un controllo dei documenti, nessuna ispezione) e in caso di via libera sarà attivato il contatore. Non è finita. L’installatore dovrà provare l’impianto e certificare che tutto funziona a dovere. A quel punto il cliente spedirà una fotocopia della prima pagina della legge ad Aem gas che considererà chiusa la pratica. E se qualcosa va storto? «I contenziosi possono nascere perché manca una firma o un allegato - spiegano all’Aem -. L’iter, in questi casi, ricomincia da capo».
I primi ad accorgersi della novità, come detto, saranno i milanesi con un nuovo impianto. Dal primo ottobre, poi, la procedura verrà estesa a chi entra in una casa dove è stato «chiuso» il contatore e deve modificare o riattivare l’impianto. Dall’ottobre 2006, infine, l’accertamento coinvolgerà anche chi l’impianto ce l’ha da tempo. Si andrà a estrazione. «Le utenze sono circa 840mila - riprende Cignoli -.

Il primo anno (ottobre 2006-ottobre 2007) spediremo una lettera con le istruzioni a un numero di consumatori tra l’1 e il 3 per cento del totale, il secondo anno saliremo a quota 2-4, il terzo al 3-5». Calcolatrice alla mano, la procedura scatterà per 60-80mila milanesi con l’impianto già in funzione.
Il consiglio, per tutti, è quello di chiedere informazioni all’Aem (800.199.955 il numero verde).

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