Da «Gasogramma» alle foto private: il Serge Gainsbourg che non ti aspetti

«Della mia vita, su questo letto d’ospedale sorvolato dai mosconi da merda, la mia, mi giungono immagini talora precise, sovente confuse, sfocate... che messe una accanto all’altra darebbero origine a un film grottesco e atroce al tempo stesso, in virtù di quella sua peculiarità di emettere, attraverso la colonna sonora che corre parallela, sulla celluloide, alle sue perforazioni longitudinali, soltanto deflagrazioni di gas intestinali»: così comincia l’autobiografia «iper astratta» del pittore-petomane post-postmoderno protagonista di Gasogramma, unico romanzo di Serge Gainsbourg, scomparso esattamente vent’anni fa. Lo trovò “Bambou”, ovvero Caroline Von Paulus, splendida modella eroinomane e sua compagna di allora, nella casa di rue Verneuil, nel quartiere Saint Germain, fulminato da un arresto cardiaco. Ed è per celebrare l’anniversario del poeta - cantautore, attore, fotografo, regista, compositore e appunto scrittore - che Isbn ha appena ripubblicato questo «racconto allegorico»: novanta pagine che esaltano tutta la sprezzatura esistenziale dell’artista.
Rileggerle è uno dei modi migliori per ricordare una vis provocatoria fuori dal comune, anche se questi sono i giorni di Gainsbourg e la Francia tutta si leva a cantare l’autore di Je t’aime... moi non plus con mostre, biografie, cofanetti, documentari, speciali televisivi. A Parigi alla Galerie Charpentier apre (fino al 9 marzo) «Gainsbourg Initiales L.G.», l’esposizione delle fotografie d’autore a soggetto Gainsbourg, in vendita per Sotheby’s. Gli eccessi, d’alcool, fumo, ma anche di desiderio e le tenerezze prostrate e languide di sguardi e gesti, compresi quelli della quotidianità con Jane Birkin, sono testimoniate da 80 scatti, alcuni inediti, di maestri sacri dell’obiettivo: William Klein, Helmut Newton, Patrick de Spiegelaere, Xavier Martin, Alain Trellu... e Tony Frank.
Quel Tony Frank, che a furia di fotografarlo, diventerà uno dei più grandi amici di Gainsbourg. Sarà Tony quello chiamato a fotografarlo regolarmente in rue de Verneuil, in studio, in famiglia e durante i concerti e realizzare la celebre foto della copertina di Melody Nelson, il disco più leggendario. Per sfogliare la raccolta di questi ritratti dovremo aspettare il 18 maggio, quando l’editore Barbès porterà in libreria in Italia il libro Serge Gainsbourg.
Intanto, possiamo riascoltare il cantante in 250 canzoni che la Universal ha riunito in un megacofanetto di venti cd o nella doppia compilation per l’etichetta Ina/Discograph dal titolo sfizioso, Le Claqueur de mots. Oppure tornare alle pagine profetiche di Gasogramma, in cui, prima che critica e stampa iniziassero a sbraitare contro la perdita di senso dell’arte, Gainsbourg mostrò di saperla prendere sul serio mettendola in ridicolo: Evguénie Sokolov, il suo alterego ipeastrattista, invece di subire l’anomalia fisica di cui non può liberarsi la trasforma in arte e i «subdoli rilassamenti del suo sfintere» prendono forma. Dapprima quelle di un personaggio dei fumetti, che dopo essere stato rifiutato da vari editori diviene un bestseller noto come Crepitus Ventris, l’uomo a reazione.

Poi, “sublimando” l’autenticità del suo tratto, sarà l’impeto artistico dei «venti» a formare l’impronta sulla tela. E i «Gasogrammi» così creati saranno pronti per il primo vernissage: «I giorni seguenti, alcuni critici parlarono di iperastrazione, di insistenza stilistica... altri di mistificazione, di bluff e di cacca».

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