Gasparri-Storace, duello soft: «Ci ritroveremo»

L’ex governatore laziale: «A Fini chiedevo solo un po’ di democrazia» L’esponente di An: torneremo insieme nel partito unico del centrodestra

nostro inviato a Frascati

Non proprio un duello all’ultimo sangue ma sicuramente un acceso dibattito tra vecchi compagni di partito. Maurizio Gasparri e Francesco Storace si sono incontrati per la prima volta dall'uscita del secondo da Alleanza Nazionale, avvenuta il 3 luglio scorso. E lo hanno fatto partecipando ad un dibattito alla Summer School di Frascati organizzata dalla fondazione Magna Carta e dedicato al futuro dei partiti. Tutta la platea era incuriosita dal vedere i due insieme e l'interrogativo comune era: «Litigheranno?».
Ma i due ex colleghi di via della Scrofa, mantenendo il loro savoir faire e anche con un pizzico di ironia cominciano fin da subito a punzecchiarsi, ma con il tentativo di mantenere bassi i toni della diatriba. Ecco arrivare due domande dai cronisti presenti e il clima si surriscalda. All'ex ministro delle Comunicazioni, si chiede se è sempre stato in linea con le decisioni prese da An e se in fondo comprende la scelta di Storace. Una domanda a cui Gasparri replica in modo secco: «Condivido l'80% di quanto deciso da Alleanza Nazionale. Ci sono state tante volte in cui io non sono stato d'accordo con il mio partito e l'ho detto pubblicamente». Un esempio? «Il diritto di voto agli immigrati, l'ho detto da subito e l'ho fatto mentre ero ministro».
Sulla decisione di Storace di lasciare via della Scrofa, Gasparri spiega di non condividerla. «Io non l'avrei fatto e non lo farò. Preferisco andare oltre, nella speranza di arrivare a un partito più ampio che comprenda tutto il centrodestra e in cui a volte si può essere d'accordo con uno a volte con un altro. E chissà, allora ci ritroveremo anche con Storace».
Per l'ex ministro della Salute una domanda diversa: «Qualche rimpianto nella sua scelta?». Storace, se da una parte si dice contento di essere in un dibattito con il suo amico Gasparri («ci conosciamo da 30 anni»), spiega che alla base della sua decisione c'è semplicemente una constatazione: «Non contesto che Fini stia trasformando An in qualcosa di diverso». Per il segretario de «La Destra» ciò che si deve contestare «è che si mette in discussione il diritto di contestare». E aggiunge: «In fin dei conti cosa chiedevo a Fini? Solo un po' di democrazia».


Scatta l'applauso della platea. Le conclusioni sono affidate ad una battuta di Storace: «Pensate che Gasparri è stato l'unico, che quando gli si chiedeva un commento sulla mia uscita da An rispondeva “non ho seguito la vicenda”».

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