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Gasperini-Ferrara, scintille stile Josè

Adesso che ha superato le visite mediche all’Istituto di Medicina dell’Acquacetosa, Gianluca Paparesta si aspetta una telefonata da Pierluigi Collina per rientrare in gruppo.
A suo parere potrebbe addirittura essere chiamato già oggi visto che è in programma un raduno a Coverciano. Il suo pensiero è chiaro: «Se c’è la volontà di farmi rientrare, sono pronto. Altrimenti è sufficiente che mi spieghino i motivi per cui non mi vogliono. Posso fare dell’altro. Ma i fatti sono tutti dalla mia parte».
Paparesta ha ragione da vendere perché un anno fa la Procura di Napoli l’ha completamente prosciolto e la giustizia amministrativa s’è pronunciata contro la sua estromissione dalla Can. Altri invece, come il fiorentino Rocchi, sono ancora in attesa di giudizio nel processo aperto a Napoli. Che poi Romeo Paparesta, il papà di Gianluca, abbia utilizzato le tessere telefoniche di un operatore straniero ricevute da Moggi è un altro discorso. Questo sì un problema esclusivo della giustizia sportiva. Ma la giustizia sportiva non ha più autonomia, si fa comandare da quella ordinaria.

E allora riprendiamo confidenza con Paparesta.

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